L%26%238217%3B%3Ci%3Eitalian+job%3C%2Fi%3E+che+non+stanca+mai
spaziomilanit
/2012/03/48260/amp/

L’italian job che non stanca mai

Senza Thiago Silva, Messi arriva a San Siro e fatica ad arrivare in zona Abbiati. Ancora più in generale la super difesa rossonera riesce a fermare un filotto blaugrana di 34 partite consecutive europee con gol. “L’importante sarà fare in modo che non segnino” lo avevano detto un po’ tutti, da Galliani ad Allegri passando per uno che di mestiere fa l’attaccante come Ibra. Era quello l’obiettivo numero uno, fondamentale per arrivare al Camp Nou con fiducia. E, da non crederci…

Ci siamo riusciti! Pronti via ecco il muro che non ti aspetti. A sinistra troviamo Luca Antonini, canterano d’hoc come direbbero a Barcellona. Ha a che fare con Dani Alves nell’uno contro uno e la paura comune è che si faccia saltare come un birillo. Invece no: Luca prima lo frena, poi lo aspetta e infine lo stoppa. Così per un numero infinito di volte tanto da venire nominato Man of the match dalla Uefa. Serata da ricordare, e da raccontare ai nipotini anche per Daniele Bonera. Dal Parma al Barcellona, gli avversari cambiano ma la sostanza (la sua) è sempre la stessa. Preciso, puntuale, chirurgico. Prima terzino poi centrale, il tutto fare di Allegri si disimpegna ottimamente per tutta la gara.

Cosa dire poi di Sandro Nesta? Trentacinque anni sulle spalle, settimane senza giocare, poi arrivano i migliori al mondo e lui ti sfodera la solita prestazione da re della difesa. Per la terza volta, dopo le due nel girone, Messi viene annichilito dal centrale italiano più forte. Quando cade a terra stremato San Siro si ferma, quando esce dal campo è standig ovation. Tanta roba. Come Abbiati del resto. Il Barcellona ti addormenta con un possesso palla terribile. Sembrano lenti poi improvvisamente si accendano e si infilano in qualche zona del campo. Per un portiere mantenere viva la concentrazione in una situazione così non è propriamente facile. Tempista nelle uscite, salva la gara in almeno due occasioni. 

E questa volta possiamo dirlo ad alta voce e un pizzico di orgoglio: “Ah la vecchia scuola italiana“. Quello della difesa solida e impenetrabile è un motivetto che abbiamo sentito tante volte ma che per la gara di ieri calza davvero a pennello. Così a pennello che l’unico a stonare è Mexes, scuola francese. In effetti, da che mondo e mondo, questo è sempre stato il classico italian job.

 

This post was last modified on 29 Marzo 2012 - 08:06

Share
Published by
redazione