Già, il club dei prossimi anni. La figlia dell’ex premier fissa l’obiettivo: “Mantenere una squadra di livello tecnico eccellente e una struttura di costo efficiente”. “Vogliamo continuare a emozionare – spiega Lady B – ma per fare questo è necessario forse avere il coraggio di scelte impegnative, per una gestione ancor più redditizia”. In altre parole, un Milan che si configuri come una ”moderna entertainment company”.
Spinoso, ma non troppo, il capitolo inerente alla relazione con Pato: “Questa situazione si presta a strumentalizzazioni ed è spesso utilizzata per alimentare false credenze, che creano tensioni immotivate. Ma non è per me motivo d’imbarazzo. A volte nella vita le cose belle, quanto impreviste, accadono. E bisogna saperlo accettare”. E sul mancato trasferimento al PSG la ricostruzione della vicenda è netta: “Mi sono tenuta volontariamente fuori. Le decisioni di mio padre e di Adriano Galliani sono state motivate da valutazioni tecniche ed economiche. Trovo sminuente verso i vertici del club ipotizzare che una scelta strategica così importante sia stata condizionata da interessi privati”.
Barbara Berlusconi, componente del cda rossonera, approfondisce anche il tema della gestione societaria: “Come famiglia, abbiamo investito tantissimo. E chi pensa ancora che il Milan sia un giocattolo di lusso non comprende come il calcio sia cambiato e come si sia sviluppato. Questo sport è diventato anche business, non più sola passione sportiva”. E un ritorno del padre? “Sarebbe importante per dare un nuovo slancio alla società e alla squadra”. Smentiti anche i contrasti con Adriano Galliani: “Sono ventisei anni che lavora al Milan e ho il grande privilegio di poterlo affiancare. Inoltre abbiamo età, competenze, prospettive e ruoli così diversi che mi sembra impossibile pensare a uno scontro”.
Nel colloquio con il quotidiano storicamente avverso al padre, la figlia del patron svela aneddoti e spiega i motivi della sua passione calcistica: “Sono da sempre una tifosa appassionata. Delle emozioni non potrei mai fare a meno: mi permettono di progettare e di proiettarmi nella vita con obiettivi forti. E nel calcio, oltre alla testa, bisogna metterci il cuore“. Insomma, la tifosa perfetta.
This post was last modified on 14 Febbraio 2012 - 18:49