In campo per i rossoneri ci sono Dinho, Borriello e Pato, ma la sveglia al match viene data dall’ex, insieme a Donadel, militante tra le fila viola: Alberto Gilardino. L’ex numero 11 rossonero è il vero mattatore del primo tempo rivelandosi sempre estremamente pericoloso per la poco protetta difesa rossonera. Gli uomini dell’allora mister del diavolo, Leonardo, in campo con il classico 4-3-3, appaiono fin da subito in balia dei toscani che, soprattutto con il trio Jovetic – Vargas – Marchionni, dietro l’attaccante biellese, riescono sempre a creare non pochi grattacapi ad un Abbiati che tiene in piedi i suoi solo grazie ad una condizione fisica stratosferica.
Dopo l’1 a 0 viola al 14’ del primo tempo ci si sarebbe aspettati una reazione rossonera che, invece, latita, permettendo alla squadra dell’attuale CT azzurro, Cesare Prandelli, di tenere ben saldo il pallino del gioco. Le punte rossonere sono abuliche, il centrocampo non filtra, la difesa non copre. La squadra di Leonardo sembra allontanarsi sempre di più dall’Inter capolista.
Ma è proprio quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare ed in cattedra per il Milan sale il baby fenomeno brasiliano Alexandre Pato, con molti infortuni e muscoli in meno, il “papero” inizia a dare sempre più fastidio alla difesa viola che, nel secondo tempo, sembra entrare in campo meno attenta e più disunita.
Il numero 7 rossonero inizia a giocare come sa e in un paio di occasioni si fa intravedere da Frey ma i suoi tiri, così come quelli dei compagni, risultano troppo imprecisi. Leonardo prova a giocarsi tutte le sue carte sostituendo, prima, uno spento Bonera con il più propositivo Jankulovsky, e dopo Gattuso con Huntelaar. Proprio il cacciatore, quando ormai il match sembrava finito, con un triangolo stretto con Ronaldinho, trova la via del gol e riapre la disputa.
Il merito dei rossoneri è quello di puntare dritti alla vittoria e, dopo una grande azione di Montolivo con calcio di rigore negato alla Fiorentina (l’arbitro aveva dato vantaggio per Keirrison da solo davanti ad Abbiati), a recupero inoltrato trova l’insperato gol del 2 a 1 con uno strepitoso Pato che raccoglie il cross da destra di Ronaldinho: la palla calciata dal numero 80 rossonero attraversa l’area di rigore dove, Borriello con una rovesciata prima, e Huntelaar con un colpo di testa dopo, non la riescono a colpire, la sfera arriva a sul destro di Pato, il calciatore guarda Frey, prende la mira, e trova lo spiraglio giusto tra le gambe del portiere francese: Gol, può partire la festa.
24 febbraio 2012: due anni e qualche protagonista dopo ancora una partita decisiva da preparare, ancora un match per Pato al quale viene chiesto, forse ingiustamente, visto che si tratta di un rientro dopo l’ennesimo infortunio, di caricarsi sulle spalle il Milan e portarlo alla vittoria contro l’unica rivale per lo scudetto: La Juventus. La speranza è proprio quella di vedere nuovamente il papero segnare gol decisivi come quel 24Febbraio 2010 o anche come il 20 febbraio 2011 quando, entrando dalla panchina, segnò il 2 a 1 sul campo di un ostico Chievo, 3 punti d’oro in ottica scudetto.
Chi lo sa, magari Febbraio è il mese del papero, magari la seconda metà di Febbraio esalta il giovane brasiliano…magari, intanto noi attendiamo fiduciosi il suo urlo liberatorio, sperando che valga, ancora una volta, tre punti importantissimi.
This post was last modified on 23 Febbraio 2012 - 22:03