Dalle stalle alle stelle, ora Max è grande

Dalle stalle alle stelle. Spesso, si sa, l’allenatore diventa il capro espiatorio di una compagine che non funziona, o, come nel caso del Milan, che inizia a dimostrare qualche pecca di troppo. E’ stato così per Allegri tacciato, fino a due partite fa, come la principale causa della scarsa vena della squadra.

Tante e disparate le critiche mosse al Mister Campione d’Italia incapace, secondo molti, di trovare la bussola in uno spogliatoio pieno zeppo di infortuni. Il gioco latita ovvero tutti statici, troppi gol subiti, il centrocampo, impoverito di uno come Andrea Pirlo, manca di qualità e davanti Ibra è il solo in grado di accendere la luce. E ancora Emanuelson non è da Milan, gioca fuori ruolo, Robinho, con tutti i gol che spreca, dovrebbe finire in tribuna, Van Bommel è ormai un ex…

Poi il colpo di spugna, la magia. La straordinaria vittoria di mercoledì, preceduta dall’ottimo risultato su un campo difficile come quello di Udine, sembra aver eclissato i problemi mentre le critiche si sono trasformate, senza mezze misure, in plateali elogi. Arcigno, ruvido, moderno il Milan made in Allegri può fare bene non solo in Italia ma anche in Europa. E allora Emanuelson non è poi così male, Robinho è un fuoriclasse stratosferico, Van Bommel una diga di cui non si può fare a meno…

Più equilibrio sembra esserci in società. “Allegri non è mai stato in discussione” nicchia Silvio Berlusconi da San Siro.Vero o meno di certo c’è che il raggiungimento dei quarti di finale era, come ammesso da Galliani alla viglia della sfida con l’Arsenal, considerato l’obiettivo minimo per la Champions 2011-12. Averlo ipotecato, con il ritorno ancora da giocare, è una buona carta a favore del tecnico rossonero che potrà lavorare con più serenità in vista del futuro. Infondo, dopo una vittoria così, non si può certo dire che abbia la sindrome da grandi sfide.

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