Dopo la roboante vittoria dell’Inter sul Parma, battuto per 5 reti a 0, ecco, nell’inespugnabile Bergamo, la risposta rossonera fatta di sudore, sacrificio e giusto quel pizzico di fortuna che, come si dice, aiuta gli audaci. Cugini rinati rispediti a meno 8, con in allegato saluti e baci in vista di un derby che sì, farà pur sempre storia a sé, ma potrebbe aprire la strada per una forte imposizione sia in chiave campionato, sia in chiave Allegri, l’allenatore anti-Inter per eccellenza alla perenne ricerca del rinnovo di contratto (3 vittorie su 3 per lui nella stracittadina, ndr).
Tante e pesanti le assenze di ieri in casa Milan: con un centrocampo da inventare, una difesa orfana di Abate e con Nesta risparmiato proprio per la sfida di domenica, sono i soliti noti, Ibra e Thiago Silva, a salire in cattedra e a regalare la vittoria su un campo difficile come quello dell'”Atleti azzurri d’Italia”. Due fuoriclasse la cui “luce” da una parte annienta, vanifica, distrugge dall’altra costruisce, crea, disegna. La squadra si rispecchia in loro e non sbaglia.
Come ad inizio 2011, i rossoneri faticano non poco ad ottenere i 3 punti alla prima dell’anno nuovo. Allora fu Strasser su assist dell’esordiente Cassano a regalare i 3 punti in quel di Cagliari. Ieri il match winner è stato Zlatan Ibrahimovic: autentico inventore dell’azione che ha portato al rigore, esecutore materiale dello 0-1 e perfetto assistman sullo 0-2. Fuori Fant’Antonio è lui che confeziona passaggi gol, Pato appannato è lui che la butta dentro. Che sia da solista, che sia in collaborazione con i compagni la sostanza non cambia: decisivo. “E se arriva Tevez facciamo segnare anche lui” promette a fine gara.
Ora ci aspetta una settimana, una di quelle più cariche di emozioni, da vivere intensamente lavorando, come sempre, nel migliore dei modi a Milanello. E poi sì, il Derby della Madonnina sarà pur sempre una storia a parte, ma vincere aiuta a vincere e a sentirsi forti, che senza essere narcisisti, rappresenta sempre un ottimo inizio.