2011: Wembley. 2012: Allianz Arena. 2013: Wembley. Tre anni di calcio internazionale, due volte Inghilterra. Il pensiero di un ritorno a Londra per la finale della prossima edizione della Champions League, dopo aver ospitato lo scorso anno Barcellona e Manchester United, è disarmante. Siamo impotenti di fronte a queste nuove potenze che costruiscono stadi, li alimentano, li promuovono e poi si accaparrano due finali in tre anni, mica male per una nazione come l’Inghilterra. E così la voglia di dire la nostra, che dopo la finale di Roma del 2009 difficilmente rivedremo la Coppa dalla grandi orecchie in casa nostra, sfocia con un pensiero comune: rivalutare San Siro, la Scala dal calcio italiano.
L’idea c’è, la voglia di svecchiare San Siro e rimodellarlo stile gli stadi inglese anche. E la palla passa così all‘assessore allo sport della città di Milano che promette: “Il piano è già programmato nell’ambito dell’accordo con Milan e Inter per arrivare ad avere il Meazza omologato agli standard d’eccellenza UEFA”. Ma i soldi della rivoluzione sansiriana, il quale riceve circa 8 milioni annui da Milan e Inter, saranno a carico di chi? “I costi rientrerebbero nella quota che le due società ogni anno versano al Consorzio che gestisce lo stadio per la ristrutturazione per questo non ci sarebbe un’extra spesa”. Detto fatto: i soldi ci sono, le due società sono daccordo e che i lavori abbiano inizio.
Ristrutturare San Siro e renderlo all’inglese entro le candidature per la finale di Champions League del 2014, un obiettivo realistico che darebbe la giusta spinta a un calcio italiano che vuole tornare a volare. Per cui, finalmente, San Siro sarà work in progress.