Non sarà stato bellissimo, ma il Milan visto contro il Cagliari ha mostrato senz’altro una dote, che sarà fondamentale mantenere per tutta la settimana entrante: il cinismo. Già, perchè non è certo semplice essere costretti a mantenere il passo di una Juventus scatenata dovendo giocare dopo i bianconeri. E succederà ancora nei prossimi due turni.
I rossoneri hanno affrontato i sardi senza alzare mai più di tanto i ritmi e, quindi, senza l’ossessione di dover sbloccare la partita. Ne è venuta fuori una prima mezz’ora piuttosto avara di emozioni: la condizione ideale per far salire in cattedra l’immenso Ibrahimovic, stavolta capace di sfoderare un capolavoro balistico su punizione. L’1-0 ha rappresentato l’occasione per regalare al popolo milanista l’immagine-simbolo della serata: l’abbraccio tra lo svedese e lo spettatore Inzaghi, ancora una volta relegato in panchina. In quel gesto c’è un po’ di tutto. C’è la storia gloriosa dell’ultimo decennio rossonero, segnato da grandi successi firmati “Superpippo”. C’è la storia recente, targata Ibra, che in campionato si conferma un fuoriclasse dai numeri mostruosi. C’è, probabilmente, la storia futura, quella che potrebbe portare il numero 9 lontano da Milano per togliersi ancora qualche minima soddisfazione, quella di giocare con un po’ di frequenza. C’è uno scambio d’affetto sincero tra grandi campioni, che deve aver impressionato anche Massimiliano Allegri, pronto a far slittare l’esordio di Maxi Lopez per concedere la standing-ovation a Inzaghi.
E’ stata la classica gara di Ibra, che dopo aver sbloccato il risultato ha appoggiato di petto un assist al bacio per il sinistro in corsa di Nocerino, i cui tempi di inserimento sono sempre più impressionanti. L’ex Palermo non rinuncia più a inserirsi e il bottino (provvisorio) di 7 gol stagionali la dice lunga: non era mai accaduto al centrocampista campano di andare a segno con questa frequenza, nemmeno durante la bellissima stagione 2006/2007 in Serie B con la maglia del Piacenza.
Per il tris ci ha pensato uno di quei giocatori che continua a segnalarsi per un eccellente stato di forma: quel Massimo Ambrosini che non smette di reclamare spazio. Un consiglio: osservate il replay della sua rete perchè il controllo di sinistro e l’esterno destro infilato nell’angolino alla destra di Agazzi costituiscono una giocata per i palati più fini.
E tanto per non dimenticare i rossoneri in stato di grazia è necessario citare il Faraone El Shaarawy, al quale sono bastati pochi minuti dall’ingresso in campo per sfiorare il gol e confermarsi un dardo avvelenato in più nell’arco rossonero.