Classe 1973, Filippo Inzaghi: la storia che si scrive da sola, la resa come vocabolo inesistente nel dizionario superpippesco e una capacità di far innamorare chiunque anche in una partita che non conta niente, anche dopo mesi difficili cominciati con l’infortunio, proseguiti con l’estromissione dalla magica lista Champions e culminati nella conclamata sfiducia da parte di Massimiliano Allegri. E invece che foga, Signori; che anima, Signori. Un po’ arrugginito, è vero, ma l’unica motivazione è rintracciabile all’inizio di questo paragrafo. Del resto non possiamo che augurarci di vederlo con la maglia rossonera anche il prossimo primo febbraio.
Classe 1978, Ivan Gennaro Gattuso: 34 anni lunedì prossimo, guerriero, gladiatore, spentosi solo in un periodo durante il quale non poteva interfacciarsi alla sua maniera con un allenatore vero. Il pesante problema al nervo ottico avrebbe ucciso sportivamente chiunque, ma non lui. E rieccolo in campo a sgomitare in campo, a dannarsi come fosse una finale di Champions League, a riottenere la fiducia del Conte. Cosa che, probabilmente, non gli risulterà difficile.
Insomma riecco i supereroi, i vecchietti terribili, quelli che, chi ad anni pari e chi ad anni dispari, vedono comparire i propri nomi sui titoli di mercato. Prima o poi “chiuderanno” come tutti, ma, finche possono e resistono, vi preghiamo: fateci sognare!
This post was last modified on 5 Gennaio 2012 - 00:53