Così Ignazio Abate ai microfoni dei giornalisti nel post derby: “Chiedo scusa a tutti i tifosi”. L’auto accusa del terzino destro, recuperato quasi in extremis da Allegri, prosegue senza una flessione: “Su quella palla ci potevo arrivare, ho sbagliato il tempo”. Diretto, sincero, leale sul campo come nella vita. Sbaglia e ci mette la faccia assumendosi davanti alle telecamere ogni responsabilità della sconfitta che, tanto per ribadire il concetto, “è stata causata da un mio errore“.
Se sabato vi avessero pronosticato la sconfitta nel derby a causa di un suo errore ci avreste creduto? Molto probabilmente no. L’unico a sperarci era il suo diretto avversario: quel Milito che lo aveva già castigato 2 anni fa, quando Ignazio non aveva ancora capito che ruolo avrebbe fatto da grande. Nel mezzo ci sono stati 3 derby vinti anche grazie a lui, nel mezzo ci sono state tante partite da 7 in pagella, tanto cuore, tanta grinta, tanto amore per il rossonero, uno scudetto e una supercoppa che portano anche la sua firma.
Forse, a mente fredda, a pagare pegno dovremmo essere noi caro Ignazio. Noi ingrati che ci siamo arrabbiati per quella distrazione, noi che per un istante ci siamo dimenticati di quanto hai fatto fin qui, noi che per giustificare la sconfitta abbiamo accusato la tua superficialità. Ma in realtà quanto piccolo può essere un errore nel derby in confronto a tutte le scorribande sulla fascia, ai recuperi prodigiosi, alle diagonali perfette? Quasi, quasi viene da dire: scusaci tu.