Il Diaviolo visto a Marassi è una squadra che raccoglie ciò che ha seminato. Il mezzo passo falso di Firenze è l’unica leggera dissonanza in un‘ottava quasi perfetta. Padroni indiscutibili del campo, i rossoneri imprimono il loro ritmo già nei primissimi minuti, salvo dover frenare a cause dei gas lacrimogeni all’esterno dello stadio. Si riparte, ma il piglio non è non può esser lo stesso e il Genoa ne approfitta, non fosse altro per metter la testa fuori dal guscio. Per quasi un’ora i rossoblu difendono con sei uomini in linea, rendendo complessa ogni trama, anche se Nocerino appare già sufficientemente ispirato nella prima parte di gara, sue infatti sono le occasioni più nitide.
Malgrado una prova lacunosa del suo centrale di centrocampo Capitan Ambrosini, l’undici di Allegri ha il comando delle operazioni e concretizza le sue fatiche con il rigore conquistato e trasformato dal solito Ibra, che con un tocco di classe induce al doppio giallo il buon Kaladze. Zlatan offre l’ennesima prestazione della stagione svariando ovunque e trascinando in sostanza l’intera squadra.
Una volta sbloccata, la partita è in ghiaccio e la gestione viene affidata ai sapienti piedi di Seedorf Clarence, che subentrato al posto di Arsenio Lupin, mette ordine nei minuti nevralgici del secondo tempo, nei quali neppure l’arbitro Celi pare avere le idee chiare.
C’è spazio anche per l’ennesimo clamoroso errore di Robinho e per il quinto gol in campionato del Noce, ancora una volta tra i migliori in campo per distacco, il quale di fatto firma i titoli di coda della sfida. Il Milan torna ad espugnare il Ferraris dopo 4 anni, battendo una squadra che in casa in seria A non perdeva da aprile e che tra le mura amiche aveva preso solo 3 gol prima di ieri sera.
La consapevolezza di esser i più forti torni ufficialmente a pervadere le menti e gli animi. Quadrati e tosti i ragazzi rivolgono lo sguardo verso la prossima trasferta di Bologna, con un’autostima crescente.