Nel primo decennio del ventesimo secolo, dalla penna di Maurice Leblanc nasceva Arsenio Lupin, uno dei ladri più famosi del mondo, noto per la sua galanteria e per il suo amore verso il denaro. A distanza di poco più di un secolo, la Francia e l’Europa vedono un nuovo ladro “gentiluomo” tra le proprio strade, pronto a rubare ai ricchi e fare i proprio interessi: Leonardo. Un paragone che calza a pennello per un personaggio che ha saputo prima farsi amare e poi, una volta aver raggiunto il proprio scopo e aver aggiustato il portafoglio, ha lasciato tutti a bocca aperta, in pieno stile ladruncolo.
Ma partiamo da più lontano. La sua storia rossonera incomincia nel 1997, quando buone prestazioni in Francia al Paris Saint-Germanin attirano su di lui le attenzioni del club milanese, che decide di aquistarne il cartellino e di investire su un Leonardo all’epoca 28enne. Con il Milan, in 4 stagione, mette nelle gambe 124 partite e 30 gol, un bottino non male per un trequartista. Nel 2003 decide di appendere le scarpe al chiodo, vedendo nel suo futuro un ruolo da dirigente. E così la squadra che gli ha dato l’opportunità di formarsi e di vivere in Europa, il Milan, decide di offrirgli un posto come consulente di mercato verso il Brasile. E il suo apporto non si fa di certo mancare: il Milan, grazie a lui e alle sue doti, riesce a chiudere colpi dal calibro di Kakà, Pato e Thiago Silva. Il rapporto fra il Milan e Leonardo e di quelli da film, così Galliani, dopo l’addio di Ancelotti, decide di affidargli anche la panchina rossonera. Un’escalesion incredibile.
Alla guida tecnica della squadra Leonardo il Milan al terzo posto in campionato, inventando il modulo 4-2-fantasia. Il rapporto con la società però, nel ruolo di allenatore, si inclina e Leonardo, dopo solo un anno, decide di lasciare la conduzione della squadra dichiarando di volersi dedicare solo al Brasile come orgnizzatore dei prossimi mondiali. E qui ecco l’errore. Leonardo infatti, alla ricerca dell’odore dei soldi come il migliore dei ladri, nel giorno di Natale firma con i cugini nerazzurri, per poi abbandonarli tutti a fine stagione, tornando a ricoprire il ruolo di direttore generale al Paris Saint-Germain. Ed ecco il ritorno del Leonardo ladruncolo: prima la telefonata a Pirlo per portalo in nerazzurro, poi le voci su Ronaldinho quando ancora giocava nel Milan, le tentazioni ad Antonini, Ancelotti, Kakà, fino ad arrivare all’ultimo, stancante e snervante, intervento a gamba tesa nell’affare Milan-Tevez. Un intervento che, però, visti i precedenti esiti, lascia ben sperare.
Leonardo e la coerenza non hanno ancora stretto amicizia. Dopo aver fatto provare il suo infimo comportamento a tutta Milano, adesso tocca a Parigi. Ma stavolta le cose sono diverse, il coltello dalla parte del manico lo abbiamo noi e la trattativa Tevez è in dirittura d’arrivo. Con o senza l’intervento di Leonardo, l’Apache sbarcherà a Milanello carico come non mai. Perchè se vuole provarci anche con questo, stavolta non ha fatto i conti col Diavolo. E noi siamo duri da mangiar giù, fidati Arsenio Leonardo Lupin.