Assente e bocciato, ancora!

Non è certo la prima volta che deve essere criticato e non sarà nemmeno l’ultima: Alexandre Pato manca ancora l’appuntamento per convincere come si deve e una volta per tutte. Prestazione anonima, corpo estraneo. Anche ieri a Bologna. Senza alibi né discussioni, i troppi infortuni che ha subito e quello recente appena superato non possono bastare per spiegare la pochissima incisività del Papero recente, per nulla decisivo e quasi di troppo in un Milan che vuole vincere e correre. Al contrario di Pato. Voti bassi, appena tre reti tra campionato e Champions League, due assist e solo due vittorie, a Pechino e contro il Chievo, con lui in campo: numeri che parlano chiaro e da soli.

Discontinuo. Pensando a Pato è questo l’aggettivo più facile e corretto da usare, preso e giustamente considerato una risorsa ma troppe volte più un peso sia da sostenere che da osservare. Non sempre per colpa sua. Quasi un paradosso ma certamente è la realtà: Alexandre a volte appare isolato e distante dal resto della squadra. Un talento da usare con cautela, una promessa piena di fiducia e futuro: “è giovane e ha bisogno di tempo, crescerà”, lo hanno detto in molti in casa Milan e col passare del tempo, appunto, queste parole sembrano più una scusa che una verità. Incompatibile con il vero ed unico rossonero insostituibile Ibrahimovic, un altro problema. Nel calcio succede e quello tra Pato ed Ibra né è l’esempio, senza bestemmiare o far preoccupare nessuno. Semplicemente un dato di fatto, non è il primo e non sarà l’ultimo.

Certamente nulla di tutto ciò corrisponde ad una sentenza, ma c’è da invertire una rotta e una tendenza fin qui molto negativa. Nel mondo sportivo le chance arrivano continuamente, spesso e volentieri ed il Milan ha la voglia e la pazienza, ancora una volta, di aspettare Pato. Quindi forza e coraggio Papero. Migliorare, crescere e riguadagnare la stima di tutti: sarebbe il regalo di Natale rossonero più bello.

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