Nelle ultime due stagioni, i rossoneri sono stati corsari in Europa solo in Francia con l’Auxerre, ormai un anno fa. Con Ajax, Tottenham, Barcellona, Bate Borisov e Viktoria Plzen, il Milan ha raccolto sempre e solo un punto. Se quello con i blaugrana ha rappresentato un successo, in tutti gli altri casi è stato l’opposto. Anche l’ultima uscita al Bernabeu di Madrid del 2010 era stata negativa, sconfitta secca e meritata.
Nella città di Jaroslav Heyrovsky, padre della chimica elettroanalitica, il buon Max Allegri, si diletta in esperimenti vari e variegati. Corretto impiegare da subito Mexes e De Sciglio, il primo necessita di campo per tornare a suoi livelli, il secondo merita la chance di giocare dall’inizio dopo 10 anni di giovanili con i nostri colori. Corretto dar un’opportunità anche a Taiwo, che però finisce sempre col giocare partite di relativo valore, nelle quali la squadra non ha ritmo già di suo e per di più con partner sempre diversi, il che di certo non aiuta il timido e a volte goffo nigeriano. Corretto far riposare Ibra e almeno nelle intenzioni anche Thiago Silva. Peccato però che nella prima mezz’ora si provi anche a giocare con Emanuelson sul centro destra (?!), lui mancino puro, che è arrivato per fare il terzino (sinistro!) o al limite la mezz’ala (sempre sinistra!). Non viene però misteriosamente quasi mai schierato in quella zona, e per “coerenza” anche ieri gioca solo il finale del primo tempo sulla sua fascia, mentre il secondo lo gioca dietro le punte, ruolo che lo vede impegnato spesso, ma che pare evidentemente non esser nelle sue caratteristiche. Il risultato continua a non dar soddisfazioni e non è poi così difficile prevederlo.
A onor del vero, nella ripresa con Seedorf mezzo-sinistro il centrocampo pareva più equilibrato, ma Thiago, Dio lo abbia in gloria, quando imposta da centrale della mediana lo fa 10-15 metri più indietro del dovuto e questo rende possibile e spesso vincente il pressing anche del modesto Plzen, in quanto il collegamento tra i reparti è inesistente e le distanze non sono mai quelle giuste. Davanti la coppia verde-oro tutto sommato non va malissimo. In fin dei conti chiudono con un gol e un assist sia Pato che Binho, ma la quantità di ripartenze gestita con superficialità lascia spazio a una sana critica.
Già, perchè negli ultimi 5 minuti gli uomini di Vrba trovano due gol. Una sorta di sindrome di Istanbul, con un mix di casualità e caparbietà ceca che lascia il Diavolo pietrificato. In fondo però i padroni di casa hanno anche colpito due legni e sbagliato un cospicuo numero di break gentilmente offerti da disimpegni da brividi. Insomma, inopinatamente nemmeno sul campo del Viktoria il Milan è stato in grado di portar a casa una vittoria.