Abbiamo un Gianluca Zambrotta davvero motivato e in gran spolvero ai microfoni di SportMediaset. Il terzino rossonero, galvanizzato dalla rete contro il Catania e da una sfida di alto livello sia in fase d’attacco, che di copertura, parla a tutto campo: da Taiwo ad Ibra, passando per la Juventus di Moggi, la Champions League e la Nazionale.
Parlando dell’attuale stato di grazia della squadra, diventa dunque inevitabile parlare del ruolo di Zlatan Ibrahimovic, con cui Zambro aveva già condiviso l’esperienza pre Calciopoli della Juventus targata Luciano Moggi. Di quel periodo ricorda tanti momenti di tensione e stati d’animo molto particolari (“Si sentiva nell’aria che poi sarebbe successo ciò che poi alla fine è accaduto”), ma anche la fortuna di aver giocato con campioni del calibro di Zidane e Del Piero. Rispetto all’esperienza bianconera, però, Gianluca vede ora Ibra molto maturato e migliorato, sia da un punto di vista tecnico che personale.
Per quanto riguarda invece la situazione attuale del Diavolo, Zambro non può che essere soddisfatto di come stanno andando le cose, sia a livello personale che collettivo. Viene da sè, a questo punto, una mezione a Taye Taiwo, suo “rivale” per la maglia di terzino sinistro. Sul nigeriano vengono espresse parole molto pacate, ma che allo stesso tempo denotano e sottolineano la diffusa opinione secondo la quale dovrebbe curare maggiormente il gioco in copertura: “Lui è abituato più ad attaccare che a difendere, quindi noi compagni di difesa cerchiamo di farlo ambientare al meglio e Allegri gli insegna i trucchi del mestiere per quanto riguarda la fase difensiva”.
Inevitabile, infine, una breve panoramica sulla sua carriera (“Dopo un inizio di carriera al Bari, come esterno destro di centrocampo nel 1999 arrivai nella Juventus e Lippi mi chiese se ero disposto ad arretrare sulla fascia sinistra, in difesa. Avevo voglia di giocare, quindi accettai volentieri. Da lì la mia carriera è decollata fino all’arrivo al Milan, con cui quest’anno spero anche di poter raggiungere anche il traguardo degli Europei 2012”) e su un sogno professionale grande e prestigioso, ma purtroppo ancora irrealizzato: la vittoria della Champions League. Motivo in più per provarci quest’anno, tutti insieme e ancora una volta, oserei concludere.