Mercoledì sera ci sarà la madre di tutte le partite. La squadra più titolata al mondo, il Milan delle sette Champions League, ospita a San Siro, la “scala del calcio”, la squadra più vincente degli ultimi anni e, senza dubbio, una delle squadre più belle e più forti della storia del calcio. Una sfida che mette i brividi solo a sentir nominare il nome delle due compagini che si affronteranno e, nonostante in palio ci sia semplicemente il primato nel proprio raggruppamento di Champions con i due club già qualificati al turno successivo, vedrà tutti gli occhi del mondo puntati su di essa a godersi lo spettacolo.
Molti, fra addetti ai lavori e non, hanno paragonato il Barça di Pep Guardiola al grande Milan di Arrigo Sacchi, il Milan che dominò l’Europa ed il Mondo, il Milan che strabiliava tutti con il suo fantastico gioco offensivo, il Milan degli olandesi. Uno dei tre nazionali orange di quella fantastica squadra, si chiamava Marco Van Basten e da molti è considerato il più grande centravanti di tutti i tempi. Proprio il tre volte pallone d’oro, ha voluto mettere a confronto questo Barcellona con il suo Milan. “Questo Barcellona ha molta più qualità del Milan di Sacchi“. “Noi però eravamo più fisici”. “Mi sarebbe piaciuto giocare in una squadra così, senza le catene della tattica”. “La differenza tra la squadra di Guardiola e il mio Milan sta nel gioco con e senza palla – continua il Cigno di Utrecht -. Pressano senza sosta e noi avevamo una diga davanti alla difesa come Rijkaard. Loro invece hanno tre playmaker che continuano a scambiarsi palla e posizione per poi verticalizzare improvvisamente. Da fuori sembra facile, ma non lo è affatto”.
L’olandese, che ancora rimane uno degli idoli indiscussi della tifoseria rossonera, è rimasto letteralmente folgorato dalla squadra catalana e addirittura ammette: “Se vedo giocare i catalani in tv, per tutto il weekend sono a posto. Dopo non riesco a vedere altre partite perché la differenza è troppa. Sono il predominio della tecnica sopra la fisicità, sopra la tattica, l’essenza del calcio. Sono uno spettacolo da vedere. Mi sarebbe piaciuto giocare in una squadra così”.
Nel prologo della sua intervista però non fa nulla per nascondere la sua simpatia per il Diavolo, squadra per cui è rimasto, e non poteva essere altrimenti, legato da un affetto dovuto ad un passato che è difficile da cancellare: “Non essendo un match a eliminazione diretta le due squadre potranno fare calcoli. Sarà una bella partita e sicuramente i rossoneri hanno più chance oggi che in una sfida sui centottanta minuti”.