Dopo il pareggio a reti inviolate contro la Fiorentina del neo allenatore Delio Rossi, sono ripartiti i processi all’attacco rossonero. Nonostante i 18 gol segnati nelle ultime partite prima della sosta, sul banco degli imputati è salito proprio il reparto avanzato di Allegri, nello specifico, Robinho. Nella partita con i viola il giocatore ha dimostrato la solita applicazione tattica e dedizione alla fatica in nome della squadra, ma è mancato proprio nello zampino finale, nella capacità di liberarsi al tiro e far male.
La partita di Firenze è stata decisa, oltre che da qualche svista della terna arbitrale, anche dalla poca concretezza degli avanti rossoneri: emblematico il fatto che il gol regolare annullato al Milan sia venuto da un centrocampista: Seedorf. Con un Ibra che preferisce giocare il pallone e fare assist piuttosto che presidiare l’area di rigore avversaria, si è sentito il bisogno di una sua spalla molto più precisa ed incisiva di quanto non sia stato Robinho. A dimostrazione di tutto questo basta vedere che Pato, appena entrato, ha preso un palo e, successivamente, ha rischiato, in più di un’occasione, di far male a Boruc.
C’è da dire, a discolpa del numero 70, che il mister di Livorno gli chiede spesso lavori “extra” in fase di non possesso costringendo il brasiliano a spendere energie preziose in copertura e, di conseguenza, a ritrovarsi poco lucido davanti alla porta. Un po’ il problema evidenziato l’anno scorso dall’ex City, con un’unica ma sostanziale differenza: l’anno scorso giocava da trequartista, qualche metro in più lontano dalla porta, non seconda punta a supporto di Ibra, proprio davanti la rete avversaria.
Il tentativo di trasformare Binho in una seconda punta moderna e letale, capace di attaccare e segnare quando gliene venga data l’opportunità ma anche di difendere e coprire in fase di non possesso procede: riusciranno i nostri eroi a trasformare l’attaccante brasiliano in un “motorino” tutta corsa e gol? Per scoprirlo appuntamento alle prossime partite!