Smaltita la sbornia da triplete e dimenticato, prima ancora di passare il testimone, il titolo di campioni del mondo vinto nel dicembre scorso, gli interisti sono tornati a fare quello a cui ci avevano abituati: lamentarsi. Da Corso Vittorio Emanuele alla Pinetina fanno trapelare, nemmeno troppo velatamente, di essere sfavoriti dagli arbitri, dagli spalti invece piovono fischi e proteste verso la società, rea di aver condotto una campagna acquisti troppo poco dispendiosa.
Moratti, Branca e tutti gli allenatori che si sono successi, da Benitez a Ranieri hanno piano, piano iniziato a pronunciare quelle magiche parole, che sembravano spaventare solo e soltanto Galliani e Agnelli: financial fair play. Niente più spese da capogiro, niente più investimenti faraonici. Si punta su parametri zero, giovani e occasioni low cost. Lavoro difficile e spesso poco redditizio in termini di vittorie. Molto più facile comprare, con soldi propri, campioni già quotati come i vari Sneijder, Milito, Zarate piuttosto che scovare Boateng e acquistarlo facendo squadra con Preziosi.
Ora sembrano proprio finiti i tempi in cui venivano sbeffeggiati i tagli sugli stipendi, i rinnovi al ribasso e il tetto ingaggi made in Galliani. C’è da ammettere che le parole financial fair paly o fair play finanziario, che dir si voglia, pronunciate da un’interista fanno più ridere noi rispetto a quanto facevano sghignazzare loro cinque anni fa. Benvenuti nella nuova era cugini. Non piangete troppo per gli 8 punti in classifica (a cui noi non siamo mai stati arenati nemmeno dopo aver venduto i nostri top player) probabilmente sono una punizione degli Dei del calcio. E tra prescrizioni e quant’altro, facendo i calcoli, ne avrete ancora per un bel po’. Buon campionato!
This post was last modified on 1 Novembre 2011 - 13:54