Cinque anni. Questo il tempo che è durato il periodo d’oro interista. Dal primo scudetto non “cartonato” chiudendo con la conquista della Champions League 2010 quando ormai, dopo la bellezza di 45 anni, il solo sentire parlare di Europa faceva venire i brividi di paura ad ogni nerazzurro. Poi la progressiva discesa sul pianeta terra. Qui, mentre l’inter spopolava a suon di Quaresma e altri acquisti super costosi, Kakà veniva venduto in nome del fair play finanziario mentre a Torino da buoni contabili, al passo con i tempi, si parlava di pareggio di bilancio e si puntava a valorizzare i giovani come Marchisio.
Smaltita la sbornia da triplete e dimenticato, prima ancora di passare il testimone, il titolo di campioni del mondo vinto nel dicembre scorso, gli interisti sono tornati a fare quello a cui ci avevano abituati: lamentarsi. Da Corso Vittorio Emanuele alla Pinetina fanno trapelare, nemmeno troppo velatamente, di essere sfavoriti dagli arbitri, dagli spalti invece piovono fischi e proteste verso la società, rea di aver condotto una campagna acquisti troppo poco dispendiosa.
Moratti, Branca e tutti gli allenatori che si sono successi, da Benitez a Ranieri hanno piano, piano iniziato a pronunciare quelle magiche parole, che sembravano spaventare solo e soltanto Galliani e Agnelli: financial fair play. Niente più spese da capogiro, niente più investimenti faraonici. Si punta su parametri zero, giovani e occasioni low cost. Lavoro difficile e spesso poco redditizio in termini di vittorie. Molto più facile comprare, con soldi propri, campioni già quotati come i vari Sneijder, Milito, Zarate piuttosto che scovare Boateng e acquistarlo facendo squadra con Preziosi.
Ora sembrano proprio finiti i tempi in cui venivano sbeffeggiati i tagli sugli stipendi, i rinnovi al ribasso e il tetto ingaggi made in Galliani. C’è da ammettere che le parole financial fair paly o fair play finanziario, che dir si voglia, pronunciate da un’interista fanno più ridere noi rispetto a quanto facevano sghignazzare loro cinque anni fa. Benvenuti nella nuova era cugini. Non piangete troppo per gli 8 punti in classifica (a cui noi non siamo mai stati arenati nemmeno dopo aver venduto i nostri top player) probabilmente sono una punizione degli Dei del calcio. E tra prescrizioni e quant’altro, facendo i calcoli, ne avrete ancora per un bel po’. Buon campionato!