Parliamoci chiaro: da una squadra come il Milan, in grado di dominare una gara difficile, in trasferta, per 90 minuti, di far registrare un possesso palla pari al 67% sia nel primo che nel secondo tempo, con tante occasioni create e ben poche subite, ci si aspetta senz’altro qualcosina in più.
E in questo senso, l’assenza di Kevin Prince Boateng è pesata, e non poco. Il Boa ha già dimostrato in più occasioni di essere l’uomo in più di questa squadra. Con la sua forza, la sua potenza e il suo dinamismo avrebbe dato senz’altro maggior concretezza ad una squadra apparsa poco cinica e troppo leziosa in molte circostanze, pur disputando forse la migliore partita in trasferta fino ad ora. E’ pur vero che se Ibra avesso segnato con un colpo di tacco al volo, o fossimo andati a segno con una serie di infinita di passaggi nello stretto stile Barça, o con un tiro da 30 metri, saremmo qui ad elogiare i colpi di classe dei nostri campioni. Eppure, la partita di Lecce ha dimostrato che per vincere occorre soprattutto concretezza. L’ingresso di Boateng, dopo pochi minuti permise ai rossoneri di rimontare un clamoroso 3-0: quattro tiri, tre goal per il Boa, assoluto trascinatore. Con la sua velocità e la sua capacità d’inserimento, il numero 27 rossonero è un giocatore indispensabile per la manovra della squadra e il suo ritorno non può che far gioire il Milan e i suoi tifosi.
Questa settimana Prince si è allenato duramente a Milanello, con un unico obiettivo in testa: la sfida di mercoledi sera contro il Barcellona. Quando serviranno tutta la sua forza e la sua grinta. Quando sarà Piqué-Xavi-Messi contro Thiago Silva-Boateng-Ibrahimovic. Perché i campioni, insomma, li abbiamo anche noi. Boateng è uno di questi, e quando il gioco si fa duro, del Boa non si può di certo fare a meno.
This post was last modified on 21 Novembre 2011 - 01:28