Kakha eccelleva nella marcatura a uomo e possedeva una resistenza fisica non indifferente. Partiva sempre come ultima scelta, ma, a differenza di altre prime donne, sapeva soffrire e lavorare con umiltà e dedizione. Per omaggiarlo come merita, dobbiamo allora concentrarci su tre particolari annate calcistiche: 2002/2003, 2005/2006 e 2006/2007.
La prima aveva costituito la sua consacrazione, culminata con la vittoria dell’Old Trafford, a seguito della quale il Milan si era laureato Campione d’Europa. In quella memorabile cavalcata verso la gloria, Ancelotti aveva infatti dato massima fiducia a Kakha, schierandolo in tutte le partite più importanti e prestigiose. Dopodiché, due anni di alti e bassi( figli di gravi infortuni ) sembravano averlo messo sul piede di partenza. Invece, no. Ancelotti credeva in lui e, in occasione del ritorno degli Ottavi della Champions 2005/2006, lo rispolverava come centrale titolare. E Kakhaber non deludeva. Una seconda giovinezza per lui, culminata con il gol decisivo nel derby di quel medesimo anno.
Dulcis in fundo, nella stagione successiva, sarebbe arrivata anche la seconda Champions League, vinta con la maglia del Milan. E, tanto per cambiare, con il suo importante contributo, specie nel fermare l’avanzata dei red devils e, in occasione degli ultimi minuti della Finale di Atene, nel respingere gli ultimi assalti reds.
Il 31 agosto 2010, dopo una fisiologica parabola discendente, si concludeva la quasi decennale esperienza di Kaladze al Milan. Il difensore, in rossonero, aveva vinto ben otto titoli: un Campionato, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due Champions Leagues, due Supercoppe Europee ed un Mondiale per club. Insomma, servono altri commenti?
This post was last modified on 29 Novembre 2011 - 19:47