L’immagine più rappresentativa del Milan di ieri sera sta, senza ombra di dubbio, nel volto e nei piedi di Robinho. La partita contro il Bate ha riportato sul tavolo degli imputati il brasiliano e la sua vena da realizzatore. Un bomber vero “alla Inzaghi” Robi non lo è mai stato, e probabilmente se lo fosse sarebbe da anni uno dei candidati a vincere il pallone d’oro.
Quello che fa più specie è che il brasiliano tutto fare di Allegri riesce a creare una miriade di situazioni pericolose, non sbaglia movimenti e arriva sempre puntuale sul pallone, poi quando ormai sono tutti pronti all’esultanza, nel momento decisivo, arriva il “lapsus” davanti al portiere, quando c’è da segnare. Ovvero quello che per un attaccante dovrebbe essere più facile per Robinho diventa la materia più difficile. L’esempio di ieri è lampante. Passaggio filtrante di Boateng, Robinho scatta nella direzione corretta, raggiunge il pallone, salta il portiere e poi tira. Palla che si stampa sul palo e raddoppio sfumato. Stilisticamente perfetto: bello nella corsa, eccezionale nel dribbling. In termini di risultati un disastro. La fama di “mangia gol” che sembrava essere scemata con il passare dei mesi è tornata quindi in auge.
Ci sono però delle attenuanti non da poco. Un po’ come successo l’anno scorso ad inizio campionato il folletto brasiliano ha la giustificazione della condizione fisica non ottimale. Copa america e infortunio hanno rallentato la sua preparazione che, rispetto a quella dei compagni, è molto più sommaria. Una volta ritrovato “il fiato” dei tempi d’oro i gol, anche quelli decisivi, non tarderanno ad arrivare. Perché Robinho, nonostante non abbia una mira da cecchino sotto porta, grazie ai suoi inserimenti, è uno dei giocatori più importanti del Milan targato Allegri.