Che sia un autunno atipico l’abbiamo interiorizzato. Le foglie stentano a cadere, mentre i satelliti iniziano a farci l’abitudine. Altre abitudine contemporanea è quella dei declassamenti delle agenzie di rating. Tutti i giorni piovono queste notizie che infondono profonda negatività abbondantemente oltre il necessario. Il mondo del calcio sta adeguandosi molto rapidamente a questa modalità di metabolizzazione di eventi avversi. D’altra parte il modo di vivere lo sport è uno specchio della società. Ma non mi ero mai reso conto che l’autunno fosse stagione di verdetti.
Il Milan è partito malino, siamo d’accordo, ma non è possibile non contestualizzare la situazione o non apportare parziali giustificazioni.
Della malasorte legata agli infortuni abbiamo già parlato, vero, ma non possiamo pensare e nemmeno accettare che sia normale. Non è neanche consuetudine iniziare il campionato giocando contro la terza, quarta e quinta classificata della stagione precedente. Il tutto farcito da una trasferta a Barcellona, una complessa anziché no a Torino e un inframezzo di due vittorie con Cesena e Plzen che non potevano non arrivare.
Non si può lasciare che i media sportivi ci convincano del fatto che Allegri rischi (?!), che Ibra all’improvviso si sia stufato del Milan, che Pirlo sia più forte di Maradona e che Napoli e Juve abbiano ormai il campionato in mano e non ce ne sia più per nessuno. Occorre lasciar passare la notte, pazientare, far parlare, sbraitare, esultare tutti e perfino sentirsi dire che la nostra condizione è paragonabile a quella dei cugini. Per chi non se ne fosse reso conto, in ogni caso, siamo ad ottobre.
Per chi se lo fosse dimenticato, noi siamo il Milan. Tutti in società sanno come si fa a rialzarsi e tornare a vincere e nel caso qualche nuovo arrivato volesse delucidazioni a riguardo può rivolgersi a Seedorf Clarence, Ambrosini Massimo, Nesta Alessandro & co. Fiducia e autostima sono le chiavi per uscire da questo momento particolare e tornare ad avere l’alone di impenetrabilità, ma deve esser il sentimento di tutto l’ambiente. Troppo facile incoraggiare il gruppo quando le cose vanno alla grande. Producente invece è esser critici, puntigliosi e maniacali in quei momenti. Momenti che torneranno molto presto, crediamo…