Sabato, alle ore 18, all’Olimpico andrà in scena Roma-Milan, classica del campionato italiano. La squadra che andrà all’assalto del fortino rossonero è una formazione cambiata molto durante l’estate, che deve ancora assimilare al meglio gli schemi del proprio allenatore, il canterano Luis Enrique. Il famoso tiki-taki, il tipico stile di gioco del Barcellona fondato sul possesso palla, che Luis Enrique ha recentemente ribadito di volere per la sua Roma, tarda ad essere nella pratica applicato dai giocatori giallorossi a favore, molto spesso, di verticalizzazioni e ripartenze. Il modulo è il 4-3-3, con la punta centrale (Osvaldo, dato che Totti è fermo ai box) che arretra molto spesso il suo raggio d’azione partecipando alla manovra.
Punto di forza: Linea mediana Il centrocampo giallorosso è il reparto che in questo momento dà più garanzie. Le alternative possibili, per Luis Enrique, sono molte e di qualità. Daniele De Rossi è partito in quinta, ha iniziato la nuova stagione alla grandissima dimostrando di essere il giocatore più importante della Roma. La sua grinta e le sue geometrie ne franno il fulcro del centrocampo e della squadra. Ai suoi lati dovrebbero giocare Gago e Perrotta. Il primo, dopo un avvio poco convincente, si è ripreso di recente mostrando buone prestazioni fatte di corsa e sacrificio. Il secondo non è più quello di una volta, ma i suoi inserimenti sono sempre pericolosi e la sua esperienza risulta importante in match come quello di sabato. Stanno bene anche Taddei, Pizarro e Pjanic, giocatori che potrebbero entrare a partita in corso.
Punto debole: Difesa sinistra Gli attacchi milanisti potrebbero trovare facile bersaglio nella zona difensiva sinistra dei capitolini. Josè Angel, arrivato quest’estate dallo Sportin Gijon, si è rivelato infatti il classico terzino di spinta poco attento alla fase di contenimento. La sua giovane età, 22 anni, e il fatto che arriva da un calcio diverso come quello spagnolo, dimostrano che il ragazzo può ancora migliorare e imparare molto, ma allo stato attuale l’ex Gijon è un diamante troppo grezzo. Abate, Boateng e Robinho potrebbero rivelarsi delle armi offensive micidiali spingendo in quella zona di campo.
Giocatore chiave: Osvaldo. L’oriundo ex Fiorentina è un elemento che ha vissuto di alti e bassi in questo avvio di campionato. Più alti, a dire la verità, come dimostrano i 4 gol segnati in 8 partite, reti rivelatesi spesso decisive. Il fatto che sia già andato in gol con una certa frequenza è un fattore che dimostra come il nazionale italiano si sia già ambientato al meglio in giallorosso. Se indovina la gara, dunque, la sua grande mobilità e il suo indiscutibile fiuto del gol potrebbero rivelarsi elementi decisivi.