Caso Ibra: e se il problema fosse la Svezia?

Le dichiarazioni di Ibrahimovic rimbalzate ieri in Italia hanno mosso un grande polverone intorno allo svedese. Allegri e Galliani preoccupati del tono troppo remissivo del loro leader oggi si sono affrettati a chiedere una spiegazione telefonica al diretto interessato. Rimane ovviamente a noi oscuro il contenuto della chiamata ma possiamo immaginare che la frase che più ha allarmato i vertici milanisti sia stata quel: “Non ho la stessa grinta che avevo prima, mi divertivo di più qualche anno fa”.

Lo scorso anno la carica del genio di Malmoe ha trasmesso alla squadra quella fiducia nei propri mezzi che tanto era mancata gli anni precedenti. Con Ibra nei paraggi tutti erano chiamati alla massima attenzione per non incorrere in qualche rimbrotto a volte anche plateale ed esagerato. Pare strano che l’arrivo dei 30 anni abbia rammollito un giocatore della sua caratura.

Raiola oggi, alle pagine della Gazzetta dello Sport, ha voluto precisare: “Io un’idea me la sono fatta da tempo: Ibra giocherà almeno sino a 35 anni. Lui vive per il calcio e sa bene che questa professione comporta tanti sacrifici. Perciò non vuole prendere in giro nessuno, ma non ha affatto perso la voglia di mettersi in discussione”. Anche Tassotti non sembra troppo preoccupato: “ Mi è bastato vedere il suo spirito una volta tornato a posto dopo l’infortunio”. Che lo svedese abbia “calcato la mano” per giustificare un suo prossimo addio alla nazionale svedese?

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