Uno dei peggiori artefici del massacro di ieri sera è stato sicuramente Kevin Prince Boateng. Il ghanese, rientrato da un infortunio che l’ha tenuto lontano dal campo per poco meno di un mese, ha disputato una gara molto sottotono. Mai in partita, Boateng non ha fatto altro che correre a vuoto, senza aiutare in fase di interdizione, e, quando gli sono capitate tra i piedi potenziali palle gol, ha preferito perdersi in qualche leziosismo di troppo. Dulcis in fundo, nel momento più delicato, si è fatto pure espellere.
Boateng corre come un forsennato, è vero, ma spesso senza una meta. Quando gli arriva il pallone tra i piedi, invece di optare per la soluzione più semplice, tende sempre a cercare la giocata ad effetto. In questo modo, gli può capitare di indovinare l’eurogol, come accaduto al “Trofeo Berlusconi”, o l’anticipo vincente e spettacolare, come in occasione del Superderby, o di Bologna-Milan e Milan-Napoli della scorsa stagione. Ma purtroppo, è molto più probabile che si imbottigli, terminando l’azione con un pugno di mosche.
Così non va, gli equilibri della squadra vengono prima di tutto. Il nostro Principe, a volte, si rivela un’arma a doppio taglio. Lo scorso anno abbiamo notato le sue incredibili doti atletiche, fomentate dalla novità del suo arrivo. Ma con il passare del tempo, si sono visti anche i suoi difetti, inizialmente passati in sordina. Già, perché il tempo compensa qualsiasi cosa.
Lavorando al fianco di grandi professionisti, non è detto che il Boa non possa crescere e colmare determinate lacune. Kevin deve assolutamente moderare i suoi istinti e cercare di adottare uno stile di gioco più semplice e utile alla causa rossonera. Insomma, è necessario che si adatti alle situazioni. Prima di assistere a quest’evoluzione, sia chiaro, ci vorrà del tempo. L’ambiente è certamente in grado di aiutarlo, tocca ora al giocatore diventare una certezza costante. Kevin, aiutati, che il ciel ti aiuta!