Ma ragionando, qual è la vera colpa di Allegri? Avere forse esentato dalla fase a gironi di Champions League un trentottenne, nonostante si chiami Filippo Inzaghi, in precarie condizioni fisiche? L’allenatore deve scegliere in base alle esigenze tecnico tattiche della squadra, non in base a un record o, tantomeno, al passato. Inzaghi, tolto la prima sgambata tenutasi al Chinetti di Solbiate, non ha mai disputato un incontro amichevole e si è sempre allenato a parte.
Il suo ginocchio è tornato a martellarlo ed è quindi normale che Allegri abbia deciso di risparmiarlo, preferendogli gente priva di acciacchi. E Pippo dovrebbe capirlo. Un grande campione si vede anche in questi momenti, un grande campione capisce quando è il caso di farsi momentaneamente da parte. Durante la scorsa stagione, finché è stato disponibile, Allegri ha puntato fortemente su di lui, schierandolo spesso e volentieri nei momenti di difficoltà. Ergo, Allegri non si sarebbe mai permesso di escludere a priori un giocatore come Inzaghi, che tanto ha dato alla causa rossonera.
Il tecnico toscano, giovedì, ha fatto la scelta giusta. Ora tocca al giocatore. Se Inzaghi decidesse di lasciare il Milan, diciamolo tranquillamente, sarebbe una delusione enorme. Pippo è stato grande e ha reso grande il Milan, ma i dirigenti e gli allenatori rossoneri, giudicandolo sempre per quello che avrebbe ancora potuto dare e non per la carta d’identità, lo sono stati altrettanto. Rompere un rapporto idilliaco, passando per l’irriconoscente di turno a causa di una sacrosanta scelta tecnica, sarebbe un errore gravissimo. Prima di decidere, sarebbe allora bene che Inzaghi, SuperPippo, ci pensi non una, non due, ma almeno 38 volte…
This post was last modified on 7 Agosto 2012 - 13:26