No, non puoi essere tu!

Come nel peggiore dei film horror il Milan si risveglia dal “sogno Barcellona” con tre schiaffi da parte del Napoli e del suo bomber Cavani. La squadra di Allegri è parsa senza carattere, svogliata e, il più delle volte, disunita, senza un’identità di gruppo. Analizzando la partita nei singoli, tuttavia, nulla di più si poteva chiedere a gente come Nocerino, Aquilani, Abate e la difesa in generale, spesso si chiede troppo allo stesso Seedorf che, non dimentichiamocelo, avendo superato abbondantemente i 30, non può garantire la stessa continuità per tre partite in 8 giorni.

La squadra del tecnico toscano ha sentito, però, soprattutto la mancanza di un attaccante alla Cavani, per esempio. Se Cassano, nonostante tutto, ha lottato ed ha guadagnato molte punizioni, ed altre ne avrebbe guadagnate se fossero state viste, Pato è parso la brutta controfigura di quel giocatore scattante ed imprevedibile che tutti conosciamo. Una partita insulsa quella del “Papero” che non è stato mai capace di impensierire la difesa partenopea tento che, il suo compagno di reparto, Cassano, ha dovuto trovare in Aquilani il terminale offensivo per i suoi assist.

Involuzione? La potremmo definire così, ora che Ibra è fuori, Robinho convalescente ed Inzaghi lungodegente il paperino, per dirla alla Crudeli, doveva assolutamente lasciare il segno, colpire, battere un colpo e dire: “ehi ci sono anche io per un posto in attacco!”. E invece esclusi i primi 30 secondi di Barcellona quella che è mancata è proprio la cattiveria, la grinta giusta che gente come Aguero, Rooney, Messi ha e che invece lui stenta a dimostrare.

Lento con la palla si è fatto sempre anticipare esagerando anche con le simulazioni, ha avuto anche la palla del 3 a 2 che, uno come Ibra, tanto per non fare paragoni, avrebbe scagliato in porta e che invece, lui, non è stato capace nemmeno di proteggere contro un difensore, Zuniga, che non fa certo del fisico la sua arma migliore. Tornano alla mente le vittorie con il Napoli degli ultimi anni, la partita dell’esordio del giovane brasiliano a Milano, quando bruciò tutta la difesa e infilò de sanctis o quella dell’anno scorso che decise lo scudetto. Forse era un altro Napoli, ma sicuramente era un altro Pato.

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