Escluso dalla lista Champions e con davanti a sé attaccanti come Ibra, Robinho, Pato e Inzaghi si pensava che non avrebbe potuto trovare spazio in una partita “vera”. La Coppa italia, competizione da sempre tenuta in seconda piano dai vertici di Via Turati, avrebbe dovuto essere il suo palcoscenico, e poi chissà. Forse un prestito per maturare, per metabolizzare meglio il lavoro di potenziamento fatto in questi mesi a Milanello. Senza pressioni, senza l’obbligo di dover dimostrare tutto subito. Perché a 19 anni non ancora compiuti sei ancora un ragazzino e il Milan forse è un po’ troppo.
Però Sthepan ha qualcosa di diverso da tutti i suoi coetanei che ancora si destreggiano nelle squadre giovanili: non solo ha un talento non comune ma ha anche la personalità giusta per stare in una squadra di campioni. Così l’italo egiziano sfrutta al meglio l’occasione più importante della sua vita: si alza dalla panchina, entra, segna, esulta, decide, incanta. Tira una cannonata che esce di parecchi metri sopra la porta, anticipa Inzaghi nella conclusione e poi sbaglia. Lui la cresta non la abbassa mai e anche per questo San Siro gli riserva solo applausi. Benvenuto nella casa del Diavolo piccolo Faraone: è questo il tuo nuovo regno.
This post was last modified on 22 Settembre 2011 - 14:11