Le ultime new entries rossonere parlano italiano. Proprio così. Per ovvie ragioni, soprattutto economiche, il Milan ha varato la linea azzurra, rinforzando il proprio centrocampo con l’innesto di Aquilani e Nocerino. Va poi ricordato che il nostro sogno di mezza estate è stato Riccardo Montolivo, anch’egli convocato da Prandelli e in procinto di passare in rossonero una volta svincolatosi dalla Fiorentina. Riassumendo, tre rossoneri, più uno potenziale, fanno parte della Nazionale italiana.
Anche l’Inter presenta tre “italiani”, mentre la Juve, con quattro effettivi, è ancora il ceppo dominante. Ma un importantissimo segnale a nostro favore sta nel fatto che i nazionali rossoneri, importanti pedine nello scacchiere del tecnico orceano, a differenza dei nerazzurri e dei bianconeri, non sono titolari inamovibili nel proprio club d’appartenenza. Anzi, se non ci fosse stato Prandelli, Cassano avrebbe rischiato di non mettere più piede a Milanello. Ma dopo Italia-Spagna, a ragione o a torto, Berlusconi si è deciso a concedere nuove chances alla promessa di Bari Vecchia.
La Juventus mantiene ancora l’egemonia numerica solo per quanto riguarda il numero di convocati. Guai ad azzardarsi a parlare nuovamente di ItalJuve. Lontani sono infatti i fasti del Mondiale 1934, quando l’Italia presentava ben 9 juventini in rosa. E per quanto concerne il valore qualitativo degli uomini, per i poveri bianconeri, anche i Mondiali del 1978, del 1982 e del 2006 rappresentano una chimera. La dimostrazione di un’ItalJuve letteralmente fallita, emblema di un calcio passato, è la ben più recente spedizione in Sudafrica.
Insomma, bisognava invertire rotta e Prandelli l’ha capito. Il Milan è la squadra più forte d’Italia ed è quindi assolutamente normale che, in questo periodo, il numero di rossoneri arruolati da Prandelli lieviti sensibilmente.
Cassano, Aquilani e Nocerino, in queste due gare, troveranno certamente spazio, migliorando la propria condizione in vista dei nostri futuri e delicati incontri ufficiali. E se il C.T. dell’Italia rivalutasse gente come Abbiati e Abate, si potrebbe cominciare seriamente ad alludere all’ItalMilan come una nuova corrente calcistica.