Il primo a dubitare del suo talento fu Dunga, che dopo averlo convocato per le sfortunate olimpiadi di Pechino del 2008 non lo considerò più come possibile titolare per il suo Brasile, tutto muscoli e poca fantasia, un altro illustre “tagliato” da quella versione della verdeoro fu Ronaldinho.
Dunga anche dopo il fallimento della nazionale Pentacampione in Copa America ha attaccato Pato: “Con Pato non esistono mezze misure, o è Ronaldo o non è niente. Lui è giovane, ha grandi colpi ma deve crescere. Deve imparare a andare oltre il suo istinto. Vorrei mandarlo a scuola da Romario, capirebbe che un grande centravanti deve sorprendere i difensori“.
Di Pato si critica spesso la sua discontinuità e per questo durante la scorsa stagione fu messo in disparte da Allegri, finché contro la partita con il Chievo, ferma sull’1 a 1, entrò in campo nella ripresa e letteralmente spaccò la partita firmando uno dei gol più belli dell’intero campionato. Da lì tornò definitivamente titolare e ricominciò a segnare e fino alla fine del campionato non si fermò più, tutte queste marcature gli valsero la convocazione in nazionale, la nuova nazionale, quella dei talenti, dei giovani, dove lui sarebbe dovuto diventare il pilastro, il punto di riferimento.
Ed eccoci alla Copa America 2011, tutta la rosa del Brasile deludente e il ct con chi se la prende? Naturalmente con il suo capocannoniere Alexandre Pato, oramai il nostro Papero dovrebbe essere abituato alle critiche. Spesso ci si dimentica che Pato ha soli 22 anni, è normale che sia discontinuo ma il suo talento è indiscutibile. I numeri parlano da soli in 102 gare con la maglia del Milan ha realizzato 50 gol, 1 ogni 2, mica male per l‘eterno discusso….
This post was last modified on 15 Agosto 2011 - 10:42