In questa ( nemmeno troppo) rovente estate continua il nostro viaggio a caccia di vecchie emozioni, di intramontabili glorie. Teniamo accesi i ricordi della storia rossonera attraverso un percorso a tappe alla riscoperta dei momenti e degli uomini migliori del nostro calcio.
Oggi chiudiamo gli occhi e riapriamoli nel 1999, indimenticabile anno dello scudetto del Milan di Zaccheroni. Quell’ anno pochi avevano effettivamente scommesso sui rossoneri. Non erano certo i favoriti per lo scudetto, le rivali erano molto forti. Quello del 1999 però, era un gruppo assolutamente unito, compatto. La vecchia guardia italiana era paragonabile alla muraglia cinese, capitanata naturalmente da Maldini e Costacurta. Lo stesso Zaccheroni ebbe un intuito brillante nello stravolgere lo schema di gioco: passò infatti dal 3-4-3 al 4-3-1-2 con la consapevolezza di poter subire qualche gol, ma con la convinzione di poterne segnare altrettanti.
E se ogni stagione ha il suo campione, quell’ anno non ha fatto eccezione. Il grande merito va infatti a Ganz. Uno che i tifosi li faceva impazzire. Lui ha deciso uno degli scudetti più sudati della storia rossonera condannando la Samp( squadra che tralaltro lo aveva lanciato in A nel 1986) ad un inesorabile serie B. Era il due maggio 1999, 4 giornate alla fine di un campionato che si era trasformato più in una personalissima battaglia rossonera che in una sfida per la coppa. Il Milan voleva vincere e raggiunse il traguardo con una rara quanto eccezionale rimonta sulla Lazio recuperando sette punti in sette giornate.
E lo fece anche grazie a quel gol decisivo: era il minuto 95, San Siro si stava quasi per spegnere definitivamente quando quella mezza girata deviata in porta da Castellini cambiò tutto. Lo stadio esplose, nulla era ancora perduto. Il tanto ambito primo posto era distante solo un punto. Ganz non aveva molto spazio, giocava in mezzo a giocatori del calibro di Weah, Leonardo, Bierhoff. Ma in 20 presenza fece 5 gol decisivi. Sarebbe un reato non ricordarlo!