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La “freccia serba” si è spenta

Milos Krasic un anno fa arrivava alla Juventus con 15 milioni pagati al CSKA Mosca. Arrivato a Torino subito fece innamorare i tifosi bianconeri con goal, assist, ma soprattutto con le sua incredibile velocità. I paragoni si intensificarono, da Nedved per via della zazzera bionda a Camoranesi per via del ruolo.

I PROBLEMI DI GENNAIO: Arrivati a gennaio, Krasic è andato diminuendo, alternando prestazione anonime a prestazioni al limite della sufficienza. Tutti si sono chiesti che fine avesse fatto la “freccia serba”, colui che era in grado di farsi tutta la fascia destra a velocità impressionanti, colui che si arrendeva per ultimo contro la Lazio trovando anche la rete. Principalmente le scuse sono state trovate con la stanchezza, veniva dal campionato russo dove si gioca anche d’estate, aveva giocato inoltre anche il mondiale, aveva bisogno di riposo.

LE PRIME AMICHEVOLI: Dalle prime uscite non sembra che Milos sia tornato quello di un anno fa, prestazioni poco convincenti, Conte che continua a richiamarlo per la posizione e alcuni tifosi hanno paura di vedere una nuova involuzione come Amauri. Effettivamente è un po’ discontinuo, al Trofeo Tim contro l’Inter ha fatto il suo lavoro, niente di eccezionale, ma qualche buona azione e alcuni cross interessanti. Al Trofeo Luigi Berlusconi, contro il Milan, è stato anonimo, nessuna incursione, e Taiwo, poi infortunato, sembrava un muro invalicabile. A quale Milos dobbiamo abituarci? Al fenomeno, al giocatore normale oppure al corridore “inutile” in campo?


PREGI E DIFETTI: Ormai è certo che i paragoni iniziali sono stati esagerati, Krasic è un ottimo giocatore, che può ancora dire la sua, ma sicuramente è ancora lontano dai grandi campioni come Nedved. Le sue qualità principali sono cross e corsa, utilissime per il gioco di Conte, Milos dovrebbe quindi puntare obbligatoriamente su queste sue qualità. Con l’avvento di Conte ci siamo accorti di alcune diversità nel suo gioco, che potrebbero anche giustificare le sue prestazioni anonime delle prime uscite, infatti la finta classica di Krasic era puntare il centro, per poi virare verso il fondo campo e crossare. Adesso cerca più spesso l’incursione centrale, aumentando l’imprevedibilità, ma al momento non  è ancora un suo punto di forza. Deve, come ultima cosa, cercare di sacrificarsi maggiormente, per entrare del tutto nel modulo di Conte, al momento infatti sembra ancora lontano dall’inserirsi perfettamente nel 4-2-4.

Alla fine possiamo dire che Krasic è un ottimo giocatore, che può fare la differenza, deve però ancora lavorare, ma è un’errore disperarsi, come lo è stato esaltarsi troppo in fretta, alla fine qualche mese negativo l’hanno tutti anche i più grandi campioni.

Tommaso Di Vincenzo

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redazione