Gattuso: “Io, apripista per Eto’o. Kakà potrebbe tornare a fare bene. E sullo sciopero…”

E’ un Rino Gattuso, come sempre,  a 360 gradi quello che si è concesso ieri ai microfoni di Milan Channel. Il numero otto rossonero, che ha rifiutato proposte faraoniche da parte degli arabi e dei russi, si ritiene comunque una sorta di pioniere: “A Dubai non ci andava nessuno, poi ci sono andato a parlare e Cannavaro si è trasferito lì. A febbraio nessuno parlava dell’Anzhi, poi sono andato in Daghestan, mi hanno offerto un sacco di soldi e ci ho pensato. Ho aperto la strada ad Eto’o“.

Ma a differenza di quanto accaduto al  camerunense ex Inter, Galliani è riuscito a fare sentire Ringhio ancora parte del progetto. “Galliani mi ha detto che per quello che avevo dato e fatto, potevo decidere tranquillamente. Loro volevano che rimanessi…“. E fu così che Gattuso si sentì nuovamente importante, affermando di volere lasciare il Milan solo ed esclusivamente quando avrebbe capito di non essere più utile alla causa. Faccenda diversa riguarda, invece, la Nazionale: “In azzurro ho dato tutto e mi ha dato tanto. Era il momento di dire basta, come fra un paio d’anni potrebbe arrivare il momento di dire basta al calcio giocato“.

Ringhio è poi tornato sul caso Jordan e sul caso Leonardo: “L’anno scorso ci sono rimasto male, perché sono sempre un sanguigno in campo, ma ho fatto parlare di me per Jordan e Leonardo. Non mi ha fatto onore. Non mi è piaciuto come Leonardo si è comportato con me e con altre persone. Ma quando pensi di essere un uomo vero, devi prenderti le responsabilità e io ho sbagliato in entrambi i casi“. E in merito ad Ibra e Cassano: “Ibra è stato una grande sorpresa, quando si arrabbia meglio stargli lontano. Ibra è uno cattivo, scherza, ma da un momento all’altro smette e può farti male. Antonio mi fa arrabbiare perché ha le qualità da campione, ma a volte non le sfrutta“.

Non può poi mancare la domanda di mercato: “Abbiamo fatto un mercato molto interessante, gli acquisti sono stati annunciati presto a giugno, da Mexes, Taiwo a El Shaarawy.  Dopo il Lodo Mondadori abbiamo capito che era difficile arrivare a un grande nome, ma non c’era bisogno, perché Galliani lo ripete da tempo: il calcio italiano in confronto a quello degli altri Paesi è arretrato“.

A suo modesto parere, il vero colpo potrebbe essere Kakà: “Credo che se riuscisse ad allenarsi come prima, nel giro di 2-3 mesi, tornerebbe quello di un tempo. Certo, rimane un’operazione con delle problematiche. Kakà è ancora giovane e potrebbe fare bene. Il problema è la modalità di questa presunta operazione. Come ha ammesso Galliani, è difficile e il prestito non è percorribile per la questione di fiscalità tra Italia e Spagna. Potevamo prendere Fabregas, ma costava troppo“.

Infine, per quanto concerne lo sciopero, il nostro vice capitano si è detto pronto al sacrificio economico: “Non vedo un grandissimo futuro nel calcio in generale. Rispecchiamo i problemi della popolazione. C’è un problema economico nel mondo, la gente normale fa fatica ad arrivare a fine mese. Molti ci chiedono di levarci qualcosa dallo stipendio, sicuramente possiamo fare un passo indietro. Ma se si fanno sacrifici, bisogna mettere soldi a disposizione del popolo, in infrastrutture, servizi, ospedali. Io sono disposto a pagare più tasse, ma per questi motivi. Ma lo Stato deve spendere soldi per i cittadini, non per altre cose“.

Insomma, cristallino come sempre, Rino non si smentisce mai. Ladies and gentlemen, this is Gattuso.

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