Attenzione, attenzione, Ronaldinho è tornato. Il Pallone d’Oro 2005 risorge così dal momento di crisi che stava attraversando nel modo migliore, nel modo che più gli riesce bene: giocando. Potrebbe essere banale, ma Ronaldinho nei suoi primi 6 mesi brasiliani era in campo fisicamente, ma la testa era ancora alla serata della notte precedente. I tifosi, stanchi di vedere uno zombi campo, avevano incominciato a fischiarlo. Il telefono Rubonegro istuito per controllare è servito così a ridargli quello stimolo che gli mancava, quella voglia che le serata in discoteca gli avevo fatto perdere. Nazionale compresa.
La Copa America iniziata proprio oggi è infatti privata del suo campione che avrebbe potuto dargli maggior visiilità. Arrivare a 31 anni ad un appuntamento del genere (in vista dei Mondiali del 2014, proprio in Brasile) avrebbe potuto consacrarlo definitivamente e farlo entrare in quella cerchia di giocatori infiniti, giocatori che anche da fermi sanno decidere una partita mandando in porta un compagno. Ronaldinho rialza dunque la testa mettendo a referto 5 gol in 7 partite, scusandosi con un inchino in uno dei 4 gol rifilati all’Atletico Mineiro forse per tutto quello che aveva creato. La classifica vede adesso il suo Flamengo terzo a 3 lunghezze dal Corinthias fresco della vittoria schiaciante per 5-0 nel derby col San Paolo.
Il Flamengo quest’anno ci crede. Ci crede la società, che più che mai ha investito nel mercato (che proprio per Ronaldinho ha sborsato 3 milioni nelle casse del Milan) e i tifosi, che si sono messi a disposizione del presidente nel caso-Ronaldinho. Manca solo la stella, colui che accenda la luce nel Flamengo. Dinho potrebbe essere un ottimo elettricista, samba permettendo.
This post was last modified on 2 Luglio 2011 - 03:12