Sarà che gode della completa stima di Berlusconi, come pochi altri fin ora, sarà che Galliani ha l’ordine di creare una rosa in grado di vincere la prossima Champions, sarà il phisique du role, sarà l’accento livornese. Sarà quel che sarà ma, in questo momento, Allegri è al centro del progetto Milan. Il tecnico è ormai frequentatore abituale di Via Turati, presenzia ai rinnovi dei contratti, alla sottoscrizione dei nuovi, spesso si concede lunghe cene con Adriano Galliani e lo segue persino in Versilia. Leonardo era il braccio destro dell’ad rossonero ma Allegri sembra proprio essere la sua ombra, una sorta di alter ego. Certo le decisioni finali spettano alla società, la sensazione generale però è che il benestare, per ogni tipo di scelta, dell’allenatore sia diventato fondamentale.
Pensiamo ai casi Ronaldinho e Pirlo. Soli sei mesi per far partire il Gaucho, cocco presidenziale, qualcuno in più per il metronomo bresciano. Per capire ancora meglio l’influenza che sta avendo Allegri facciamo alcuni esempi. Quando nella stagione 96-97 Arrigo Sacchi, subentrato a Tabarez, si ritrova Roby Baggio, con il quale i rapporti dopo il Mondiale americano sono ai ferri corti, tra panchine e qualche presenza deve tenerselo, perché il Milan decide di non venderlo fino all’estate successiva. Dopo due stagioni di panchine Galliani ha preso in considerazione l’Ancelotti pensiero sul talento ribelle Yohann Gorcuff ceduto poi al Bordeaux. E ancora, Leo voleva Luis Fabiano ma si è ritrovato Borriello, puntava fortemente su Kakà ma lo hanno venduto prima che potesse vederlo allenarsi sotto il suo sguardo.
Allegri vuole Hamsik? Galliani studia la strategia migliore per provare a prenderlo. Allegri non stravede per Cassano? Il futuro del barese è in bilico. Allegri non vuole più di 25 giocatori in rosa? Si sfoltisce. Antonini non lo convince? Quasi, quasi lo vendiamo a Leo. Forse alla fine non tutte saranno scelte azzeccate e alcune poi non andranno in porto, ma per vincere bisogna affidarsi a un’idea e in quel di Milanello pensano che il progetto che Allegri ha in testa sia vincente. Spazio quindi alle sue doti da manager.