La partita è moderatamente emozionante, moderatamente combattuta, moderatamente densa di occasioni. Forse il futuro è già scritto. La Roma fa una partita da 5 e mezzo, Abbiati e la difesa milanista ribadiscono una volta di più che, se sarà scudetto, tanto merito va proprio a tutti loro: Alessandro, Thiago, Ignazio, Luca, Gianluca, Mario, e ovviamente Christian. 95 minuti, fischio finale, 0-0. È estasi: il Milan è campione d’Italia per 18^ volta. Non accadeva dal 2 maggio 2004, e anche in quell’occasione il Milan affrontava la Roma (1-0 a San Siro).
Dall’Urbe all’orbe: tutto il mondo rossonero si scatena, riversandosi nelle vie e piazze di tutto lo stivale. Esplode la gioia, perché vincere un campionato è sempre un’emozione speciale, perché strapparlo all’Inter campione in carica per 4 anni è una sensazione inedita e goduriosa, perché tornare a vincere dopo 3 anni e mezzo (Coppa del Mondo per Club, dicembre 2007) riaccende il sacro fuoco della vittoria, spento da anni di insuccessi e zero titoli. Quel sacro fuoco che fa urlare ancora una volta e una volta di più che “siamo noi, i campioni siamo noi”. Il club più titolato al mondo riprende possesso del suo paese natio, stravincendo un campionato lungo e difficile, mandando KO il “genio” Leonardo e il “piagnone” Mazzarri, e riscrivendo la storia, che soli 10 mesi prima vedeva un Milan rabberciato rinforzarsi di pochi e onesti uomini (Amelia, Papastathopoulos e Yepes).
E ora il futuro: martedì il ritorno di Coppa a Palermo; sabato 6 agosto, a Pechino, finale di Supercoppa. Comincia una nuova storia. Ad Allegri la penna per scriverla, a Ibra, Pato, Binho, Van Bommel, Ambro, Gattuso, Nesta, Thiago, Christian e gli altri il compito di combattere le avversità future, perché la storia immaginata da mister Max si avveri, imprimendo al corso degli eventi il marchio vincente che caratterizza da sempre la società di via Turati e i suoi tifosi.
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di Matteo Tamburini
This post was last modified on 16 Luglio 2011 - 09:12