#13 – Scudo quasi sì, Coppa quasi no

La giornata numero 33 regala al Milan un turno favorevole, che lo proietta ancora più in alto, sempre più incontrastato. Nell’anticipo del sabato una inguaiata Sampdoria fa visita ai leoni di Allegri. Il peggior cliente per la squadra di Cavasin, crollata in pochi mesi dalle aspirazioni europee alle ansie da serie B.

Il Milan, al 20° del primo tempo, si mette i panni da capolista lanciata verso lo scudetto. Punizione per la squadra di casa. Batte Seedorf. La palla compie un effetto talmente strano che nemmeno i creatori del pallone ufficiale del campionato sono riusciti a darne una spiegazione. Al 54° Cassano ha l’opportunità di aggiungere alla sua collezione un altro gol dell’ex, dopo quello rifilato al Bari il mese prima. Volta tocca col braccio la sfera. È rigore. Fantantonio va, segna ed esulta, senza mancare di rispetto ai suoi ex tifosi, perché dedica la marcatura al figlio appena nato. E per fortuna senza neanche togliersi la maglia, come aveva fatto nel derby. Al 61° c’è spazio anche per Robinho, altra ciliegina sulla strada che lo porterà ad essere il marcatore rossonero più prolifico della stagione dopo Ibra. Cassano è l’assistman della situazione.

3-0, ed ora occhi puntati sull’altro stadio dove si gioca, il Tardini di Parma. La squadra di casa sta vincendo 2-0 sull’Inter. 24 ore dopo l’Udinese sbanca il San Paolo, disintegrando il sogno di portare lo scudetto alla corte di De Laurentiis. I contorni del 18° titolo nazionale sono sempre più definiti, il sogno di vincere il campionato anzitempo è una possibilità sempre più concreta.

Nel mercoledì successivo è di scena la Coppa Italia. La strada che potrebbe aprirsi è quella della finale, e per questo Milan dovrebbe essere cosa abbastanza facile, perché di fronte c’è il Palermo, la squadra meno forte di tutto il parterre delle semifinali (dall’altra parte del tabellone ci sono Roma e Inter). E l’inizio sembra prefigurare una bella finalina a Roma, che potrebbe valere il double. Al 4° infatti Ibrahimovic, imbeccato da Oddo, porta in vantaggio il Milan. Ma la squadra si rilassa troppo, Papastathopoulos invece che Nesta è peccato capitale, e il Palermo pareggia con Pastore (14°), prende coraggio e sorpassa, al 53° con Hernandez. Il Milan si rimette in riga, anche se a fatica. Emanuelson entra per Seedorf, Robinho per Cassano. Al 76° Ibra crea scompiglio in mezzo all’area, la palla passa a Urby, che non sbaglia. L’olandese appena entrato imita Cassano nell’esultare: anche a lui infatti è appena nato un pargolo. Tempo per finire sul 3-2 ce ne è, ma il Palermo concede pochi spazi ed è pericolosissimo nelle ripartenze. 2-2, e per sapere se è un’occasione buttata occorre attendere il 10 maggio, data del ritorno.

Il sabato di Pasqua regala un Milan spuntato, poiché Pato con la Samp si è infortunato e Ibra è ancora espulso (ha ancora 2 turni). Riuscirà la ditta di non prime punte Cassano – Robinho ad espugnare il Rigamonti? La risposta è sì, ma soltanto grazie all’essenziale collaborazione di tutta la squadra e ad un fondamentale colpo di reni di Christian Abbiati, che ha riportato alla mente dolcissimi ricordi (1999, Perugia-Milan, parata miracolosa su Bucchi, scudetto al Milan). Brescia-Milan termina 0-1, decide un fatale e fatato contropiede, con Cassano che corre e passa, e con Robinho che infila Arcari. Lo scudetto è a -4 se l’Inter, oggi vittoriosa sulla Lazio, vince anche la prossima.

Domenica 1° maggio la festa del Lavoro non distrae il Milan. Ancora 1-0, nel primo vero caldo milanese. Decide Flamini, all’8°, dopo una insistita percussione. Anche il francese mette così la firma sullo scudo. Il Bologna è più vispo del solito, ma la partita non è bella.

Festa scudetto rimandata di 6 giorni, perché l’Inter batte uno scomodo Cesena. A Roma, sabato 7 maggio, basta un solo punto…

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di Matteo Tamburini

 

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