Una sventagliata d’aria calda nel lungo inverno rossonero arriva il 29 gennaio. Il Milan è di scena al Massimino di Catania, dove, si sa, la colonnina del mercurio difficilmente segna un valore inferiore a 15°.
Il Milan passa, chiudendo un gennaio non proprio semplice, anzi il più brutto gennaio degli ultimi anni, considerando che ai tempi di Ancelotti in questo periodo si facevano sfracelli. E vince nonostante il battesimo del fuoco di Mark Van Bommel: debutto in campionato e prima espulsione, per doppio giallo al 53°. La partita è la fotocopia di un Catania-Inter di due stagione fa. In 11 contro 10 il Catania non riesce ad approfittarne e viene messo al tappeto da Ibrahimovic. Per lo svedese un gol e mezzo. Al 58° batte una punizione potente quanto velenosa: Andujar non trattiene, Robinho ringrazia. All’84°, servito benissimo da Robinho, che così gli rende il favore, Ibra insacca col piatto destro. 2-0, ciao Etna.
3 giorni dopo, 1° febbraio, il Milan disputa l’anticipo del turno infrasettimanale. A San Siro arriva la Lazio. Reja schiera 10 uomini dietro la linea della palla. Il Milan è imbrigliato e non è serata di magie. 0-0, brutta partita. L’unico 0-0 fino a quel giorno. Seguiranno poi quello amarissimo del White Hart Lane, e quelli dolcissimi di Roma (vittoria dello scudetto) e di Udine (ultima giornata).
Il pomeriggio di domenica 6 febbraio regala alle cronache ancora un Milan affaticato, non bello, che riserva più carezze che pugni, ma comunque sempre in testa. La migliore delle imperfette: così Mario Sconcerti fotografa la squadra di Max Allegri e la definizione calza. A Marassi col Genoa finisce 1-1. I marcatori sono Pato e Floro Flores, entrambi nel primo tempo.
Ma è ormai tempo di Champions. La febbre da Europa porta bene al Milan, che sabato 12 alle 18 strapazza il Parma: 4 sberle a 0. Si distingue Cassano, autore di un gol (su assist di Gattuso!), e di due assist per Robinho, che sale a quota 9 gol in campionato (e ha cominciato a segnare a fine novembre!). Le marcature sono aperte da Sua Eleganza Clarence Seedorf. Miglior viatico per gli Hotspur non può esserci.
E invece…16 febbraio 2011: il Milan ospita il Tottenham. Dopo Arsenal e Manchester, non può andare male anche questa volta. Il Tottenham ha fatto male all’Inter in autunno (perdendo 4-3 a San Siro e vincendo 3-1 a Londra), ma è inferiore al Milan. Inoltre manca la stella Gareth Bale. Tutti il regno rossonero ambisce ad un quarto di Champions che manca dal 2007, anno della Champions.
L’atmosfera allo stadio è carica come non mai. Ma minuto dopo minuto il pubblico comincia a raffreddarsi, e più per la prestazione di Ibra e soci, che per la temperatura della serata invernale. Prendono coraggio invece i sostenitori del Tottenham. Il Milan fa fatica in fase di impostazione e non punge davanti, nonostante Pato, nonostante Binho e nonostante Zlatan. Seedorf mette in scena una delle più brutte prestazioni dell’anno. A pochi minuti dallo scadere Lennon parte in contropiede. Yepes, ottimo fino a quel momento, esce in scivolata, ma non piglia niente. Lennon completa l’opera appoggiando la palla sul piede destro di Crouch: 1-0, che male! Segue assalto finale alla porta londinese senza esito e assalto di Gattuso a Jordan con tristi esiti che tutti conosciamo (4 giornate di squalifica che lo terranno fuori nelle prime 3 giornate del prossimo girone Champions). San Siro è espugnato. Come nel 2008 (0-2 con l’Arsenal) e come nel 2010 (2-3 col Manchester). Ci sono ancora 90 minuti per invertire il destino. E se non sarà così, la sensazione è che lo scudetto possa prendere ancora di più la strada di Milanello.
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di Matteo Tamburini