Scommessopoli: la credibilità del gioco del calcio

La capitale del gioco d’azzardo non è più Las Vegas, ma Bergamo. Infatti bergamasco è Beppe Signori, il primo illustre indagato dal quale si è iniziato a trafugare in questo miasma di illegalità, e bergamasco è il “capitano” Cristiano Doni accusato di aver dato via alle “strette di mano d’onore”.

Il nuovo terremoto del calcio ha allargato i raggi delle sue scosse, la serie A sembra più che coinvolta. Oltre a Cremona si indaga anche a Napoli. Il gip delle indagini è coordinato da Giandomenico Lepore il quale dichiara che quella di “scommessopoli” è un’indagine molto complessa nata mesi fa e destinata a durare ancora molti mesi. La differenza sta nel fatto che l’indagine su Calciopoli partiva dalle partite truccate, “noi dalle agenzie di scommesse”. Delle squadre di serie A sono coinvolte indirittemante-ha dichiarato Lepore- ma anche squadre europee. A Napoli si cerca di metter luce su quella che potrebbe essere la “frode sportiva” di questa incresciosa vicenda calcistica.


Le partite di serie A infette sono: Fiorentina-Roma 2-2, Lecce-Cagliari 3-3 e Genoa-Lecce 4-2.  Questo quadro emerge dalla segnalazione delle giocate “anomale” evidenziate dal bookmakers austriaco Skysport365. Tra club di A che comparirebbero nella lista dell’agenzia di scommesse, ci sarebbero tra le altre anche la Lazio,  il Napoli e il Bologna. Ma per adesso non si ha ancora un quadro probatorio tale da poter stilare un giudizio di primo grado.

Intanto oggi a Cremona sarà riascoltato l’odontoiatra della “cricca”, Marco Pirani. Il procuratore Roberto Di Martino intende chiarire infatti il contenuto delle sue dichiarazioni anche in merito a tre partite di serie A dello scorso campionato che il medico ritiene possano essere stare alterate.  Per il presidente del Coni Gianni Petrucci, quella del calcioscommese oltre ad essere una piaga è diventata il termometro della credibilità dello sport più bello del mondo. “Il calcio – sottolinea – e’ un fenomeno di grande rilevanza sociale e non merita di essere offeso in questo modo”.

Alessandro D’Auria

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