“Difficile portare Ganso al Milan“. Robinho è laconico, ma anche molto realista nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: “E’ difficile perché c’è una clausola rescissoria molto alta e difficile perché oggi il Santos è il Barcellona del Sudamerica”. Ma per fortuna, aggiungiamo noi, non si parla solo di mercato: è imminente, ormai, l’inizio della Coppa America. “In Venezuela, nell’ultima edizione, ho vinto la Coppa e la classifica dei cannonieri. In Argentina so già che non mi ripeterò, ma qualche pallone lo butterò dentro. Di sicuro“.
I suoi amici del Santos lo vorrebbero riportare a casa, nell’anno del centenario del club, e negli Stati Uniti gli hanno offerto il doppio di quanto prende ora, ma il 70 rossonero vuole mettere radici: “Resto al Milan e mi auguro sia anche l’idea dei dirigenti. Chiedete ad Allegri se ho mai creato problemi. La famiglia Milan ha cambiato la mia testa. Il Robinho tutto dribbling e colpi di tacco non esiste più. A Milanello ho imparato a lavorare per la squadra, ho capito che un bel passaggio è importante come un tiro in porta“.
E aggiunge: “Sarei curioso di sapere quanti chilometri ho macinato, avanti e indietro sulla fascia. Credo che siano numeri da record per la mia carriera“. Non ha perso, comunque, la voglia di divertirsi, ma ora ha un vero e proprio obiettivo: non far soffrire Galliani a ogni partita del Milan. “Ho visto in tv come si dispera quando sbaglio gol facili. Voglio trasfromare quelle smorfie in sorrisi. Come? Vanno bene 15 reti in campionato?“