Andrè Villas Boas, l’allenatore del momento, ha imparato presto e alla svelta. Sarà stata l’influenza del suo mentore, la leggenda inglese Bobby Robson, saranno stati i sette anni passati al fianco dello “Special One”, Jose Mourinho, fatto sta che il 34enne coach del Porto è sulla bocca di tutti.
Nato in una nobile famiglia portoghese a Oporto la sua storia è quella tipica del predestinato. A 17 anni, proprio quando sta per iscriversi alla scuola di educazione fisica conosce Bobby Robson, al tempo allenatore del Porto e suo nuovo vicino di casa. Il giovane Andrè, mosso da passione calcistica e da un talento innato, decide di consegnare un biglietto con delle osservazioni tattiche all’esperto allenatore britannico. Tra i due scatta una scintilla e iniziano a scambiarsi opinioni per le scale del palazzo come due amici di lunga data al bar. Robson, colpito da una tale precocità in termini tattici, prima, gli trova un ruolo nel suo staff al Porto, poi lo manda a studiare alla scuola della federcalcio scozzese.
Villas Boas brucia le tappe, non ancora maggiorenne ottiene un patentino Uefa da allenatore di terza fascia e si lancia nella realtà del calcio inglese all’Ipsiwich Town. Nel 1996 torna al capezzale di Robson al Barcellona dove, come secondo allenatore c’è Jose Mourinho.
Nel 2000 l’esordio come allenatore in prima nelle vesti di commissario tecnico delle Isole Vergini Britanniche. Sarà una delle sue poche, se non l’unica fino ad ora, esperienza fallimentare. Nella stagione 2008-2009 assaggia il calcio italiano come assistente dello “Special One” all’Inter. La stagione successiva, riceve un’offerta dall’Academica di Coimbra, club della prima divisione portoghese. La squadra annaspa in fondo alla classifica, Villas Boas se la carica sulle spalle e la trascina, con una serie impressionante di risultati positivi, a una salvezza tranquilla.
Il resto è storia recente, con il ritorno a Oporto, la doppietta supercoppa-campionato in attesa della finale della Coppa di Portogallo contro il Vitoria Guimaraes in programma il prossimo 22 maggio e soprattutto della finale di Coppa Uefa, conquistata annientando nettamente tutte le avversarie. Villas Boas pregusta il suo personale “quadriplete” e la stampa sportiva internazionale si scatena definendolo il successore di Mourinho, il cosiddetto “Special Two”.
Il suo nome è ripetutamente accostato a quello dei top club d’Europa tra i quali compare anche la Juventus. Il giovane tecnico portoghese ha già affermato in diverse interviste la sua reticenza nei confronti del campionato italiano. Per ora, l’unica cosa certa è che il club che vorrà assicurarsi le sue prestazioni in anticipo dovrà sborsare nelle casse del Porto almeno 15 milioni di euro per la clausola rescissoria. La dirigenza bianconera lo prenderebbe per un’ennesima rifondazione, magari cercando di portare a Torino anche qualche gioiello della squadra lusitana. Su tutti il mastino di centrocampo Fernando, una specie di “Gattuso in salsa portoghese”, uno dei protagonisti assoluti della strepitosa annata del Porto.
Altro pezzo da novanta è il bomber Givanildo Vieira De Souza noto ai più come Hulk, un cocktail micidiale di forza fisica e tecnica carioca.C’è da augurarsi che se Villas Boas sarà il prossimo allenatore della Juventus, possa ridare un tocco di nobiltà anche ai risultati di Del Piero e compagni.
Alessandro Massini Innocenti