L’unico settore che sembra non aver avuti ripercussioni di questa grave crisi economica è quello del calcio. Tutta L’Europa sportiva ha assistito quest’anno con stupore all’approdo in semifinale di Europa League di 3 squadre portoghesi su 4. Tutti si sono chiesti come abbia fatto il povero Portogallo, indebitato fino al collo e quasi incapace di risolvere i suoi problemi finanziari internazionali, a compiere questo piccolo miracolo sportivo. Porto, Benfica e Braga (prima, seconda e terza in campionato) sono riuscite a compiere un’impresa che fino ad ora era riuscita solo alle grandi Inghilterra, Spagna e Italia. Il motivo di questo successo? Una lega, quella portoghese, con medie età giovanissime e dirigenze preparate, in grado di esportare allenatori e giocatori di elevato talento da tutto il mondo, per poi venderli a prezzi decine di volte superiori e sostituirli anno dopo anno senza grandi cali qualitativi. Così, mentre l’Italia vede scivolare via il terzo posto nel ranking WEFA, il Portogallo ha migliorato di tantissimo la sua posizione, facendo meno solo rispetto alle squadre spagnole e inglesi.
C’è da dire inoltre che tutte le 3 portoghesi non hanno avuto affatto un cammino facile in Europa League. I dragoni del Porto di Villas Boas, mentre dominavano tutti i tornei nazionali hanno eliminato Genk, Rapid Vienna, Cska e Spartak Mosca, per poi rifilare 5 goal al Villareal nella gara di andata della semifinale. Con un gioco bello, veloce ed efficace hanno vinto 7 volte su 7 in trasferta, grazie ad una difesa grintosa e collaudata alla perfezione e a un centrocampo completo tatticamente e tecnicamente elevatissimo. In avanti Hulk con la sua potenza fisica e Falcao (capocannoniere del torneo con 11 goal) formano il miglior attacco della competizione. L’ex squadra di Mou su 14 partite ne ha vinte 12 e ne ha persa solo una.
Diversa la storia della aquile del Benfica che sono giunte in semifinale grazie ad una formazione molto equilibrata e dall’alto tasso tecnico, in cui spiccano il terzino Coentrao (seguito da mezza Europa), l’attaccante Cardozo e le vecchie conoscenze delle grandi europee Saviola e Aimar. In campionato quest’anno anno dimostrato di essere una squadra molto discontinua, con alti e bassi a volte clamorosi, ma in Europa non sono mai stati sconfitti, eliminando squadre del calibro di Stoccarda, Paris Saint Germain e Psv.
Infine c’è il Braga, la vera rivelazione. Negli ultimi 7 anni la squadra e la sua dirigenza sono cresciute in maniere esponenziale e lo scorso anno ha addirittura sfiorato la vittoria del campionato piazzandosi seconda. Nonostante un budget 8 volte inferiore a quello di Porto e Benfica, “I guerrieri del Minho” hanno effettuato un cammino stupendo eliminando Lech, Liverpool e Dinamo Kiev. Una gestione accorta e previdente, con aiuti dal comune e prestiti di giovani giocatori dalle grandi squadre, hanno permesso alla dirigenza del Braga di ottenere i massimi risultati con i minimi sforzi. Forte in difesa con Rodriguez, Paulao e Silvio, in attacco spicca Alan, giocatore arrivato a zero dal Porto.
Competenza, gestione accorta e scelte dirigenziali sempre perfette. Il calcio portoghese dice no alla crisi!
Nicola Frega