Questa è la gioia dia una città, da sempre alla ricerca del riscatto dai suoi problemi; è il successo di una società che in sette anni con scelte oculate ha dimostrato che le grandi cose possono essere fatte a prescindere dal luogo in cui ci trova ad operare; è il trionfo di un gruppo di uomini, i calciatori azzurri, che domenica dopo domenica hanno saputo soffrire e reagire nei tanti momenti di difficoltà; è la vittoria per un allenatore che ha saputo suscitare entusiasmo dopo l’addio del giocatore più forte di tutti tempi: Napoli è in Champions senza l’ansia dei preliminari, ora lo si po’ scrivere a caratteri cubitali, senza “se” e senza “ma”.
La cronaca della partita passa in secondo piano, perché è tempo di festeggiare per le strade: è questo lo scudetto del Napoli! Un plauso va al colombiano “tuttofare”, Camillo Zuniga, che sullo scadere del primo tempo si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. L’Inter con Eto ò (autore dell’1-0), Maicon e Milito ci ha provato a rovinare la festa del popolo del San Paolo, ma la “ragion pratica” ha prevalso nel seconda metà del secondo tempo. I secondi 45’ sono stati i più brutti ma il più dolci minuti di gioco di tutto l’arco del campionato. La sfida tra i due allenatori più fashion del campionato termina in parità. Per una serata accantoniamo le noie del presente e godiamoci i sogni del futuro: “Die Meister, Die Besten, Les Grandes Equipes, The Champions”.
Alessandro D’Auria