Juve, il bilancio di una stagione difficile

Il transatlantico Juventus è colato a picco nel corso di questi ultimi, disgraziati match di campionato. Il saldo finale è impietoso: 13 pareggi e 10 sconfitte, di cui 5 subite in casa, settimo posto nella classifica finale con 47 reti subite, fuori dalle coppe europee e dai giochi per la corsa allo scudetto già da diversi mesi. Che cosa è successo alla squadra con più tifosi e più titoli nazionali in Italia? Dal ritorno in serie A dopo calciopoli e l’inferno della serie cadetta, la Vecchia Signora non è più stata la stessa. Dirigenza allo sbando, allenatori cacciati quando meno se lo meritavano(Ranieri su tutti), investimenti fallimentari, acquisti di giocatori di talento da cercare come aghi in un pagliaio.

Quali sono state le cause del bilancio raccapricciante di questa stagione? Innanzi tutto, l’arrivo di Delneri e di Marotta (artefici di un miracolo a Genova, sponda Samp) sembrava il preambolo all’arrivo in bianconero delle star dei blucerchiati. Il tecnico di Aquileia ha però fatto subito intuire di aver promesso alla Sampdoria di non rapire i “big”. Così niente Pazzini, niente Cassano, niente Palombo. Tranne quest’ultimo gli altri due hanno pensato bene di abbandonare Genova per sistemarsi all’ombra della Madonnina. Pazzini all’Inter, Cassano al Milan.

Poi i pochissimi acquisti azzeccati dei bianconeri: Krasic ha fatto bene per metà stagione, per evidenti questioni fisiologiche (ha giocato ininterrotamente per un anno e mezzo), Aquilani è stato discontinuo, Pepe ha vissuto di sussulti, Quagliarella si è rotto proprio mentre stava ingranando, Toni spesso impresentabile. Troppe incertezze. Una delle poche note liete del mercato è stata quella di Alessandro Matri, strappato al Cagliari nel mercato invernale di riparazione. Goal decisivi nei match con le grandi, su tutti l’inzuccata vincente contro l’Inter. Ora Cellino batterà cassa, consapevole che la Juventus non potrà privarsi di uno degli attaccanti più affidabili del nostro campionato. Sono diciotto i milioni cash da versare nelle tasche dei sardi.

Marotta dovrà rimboccarsi le mani per gestire la moltitudine di prestiti e comproprietà, non solo sotto un aspetto economico. Quali saranno i giocatori sui quali tornare a puntare? Giovinco può essere uno di questi, dopo le perle che ha regalato al pubblico di Parma. Amauri è da pesare sul piano psicologico, altri giocatori di rientro da squadre minori saranno da vendere. L’unica certezza, al momento, è l’acquisto di Pirlo che, se in buone condizioni, a trentun anni, può ancora essere decisivo.


Capitolo portieri: Buffon sembra aver preso la parabola discendente della sua carriera ma è probabile che la dirigenza punterà ancora su di lui. Storari è in partenza (come suo sostituto si parla di Marchetti del Cagliari). Dalla difesa in su è tutto un rebus intricatissimo.

Nella cupa atmosfera di Corso Galileo Ferraris splende la stella di Alessandro Del Piero. Il capitano ha rinnovato per un altro anno e potrà così giocare nel nuovo stadio dei bianconeri. Uno dei pochi avvenimenti che lascia un sorriso sulle labbra dei tifosi juventini e che consacra Del Piero a una delle più grandi bandiere, se non la più grande, della società torinese.

Ora che le danze di questa stagione derelitta si sono finalmente chiuse, la palla torna tra i piedi della dirigenza. Ci si aspetta un aumento di capitale per effettuare acquisti importanti e dare al nuovo mister Antonio Conte una squadra competitiva. Perché la Juventus torni a essere la Juventus.

Alessandro Massini Innocenti

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