Per Simone Pepe, nato ad Albano Laziale il 30 agosto 1983 e cresciuto nelle giovanili della Roma è stato un goal dal sapore dolcissimo, quello segnato contro la Lazio all’Olimpico. Quasi un derby, per lui, che ha confermato di attraversare un buon momento di forma in quest’ultima parte della stagione. L’ex-Udinese ha, fino a poche settimane fa, deluso le aspettative dei dirigenti della Juventus che ora valuteranno sicuramente l’ultimo scorcio di campionato per decidere se riscattarlo.
Non tante le reti, 5 per l’esattezza (che per un centrocampista possono anche bastare), contro Sampdoria, Fiorentina, Genoa, Catania e Lazio ma soprattutto pochissime partite degne di una sufficienza piena. Come un animale in letargo Simone Pepe sembra però sentire la primavera ( 3 reti nelle ultime 4 giornate) e allo sbocciare dei primi fiori testa e gambe ricominciano a correre a pieno regime. Anche l’anno scorso ha vissuto un finale di stagione col botto, che gli valse la convocazione al Mondiale.
Tre stagioni alla corte della famiglia Pozzo, poi la scelta di passare, nell’estate 2010, a una squadra di bianconeri ben più titolata. Dopo aver conquistato la fiducia dell’ex ct Marcello Lippi, Simone Pepe è stato uno dei pochi a salvarsi nella caporetto degli azzurri in terra sudafricana, soprattutto per l’impegno mostrato in campo. Poi l’inizio della sua avventura a Torino con un’involuzione inspiegabile. Pepe non è mai entrato del tutto nei dogmi tattici di mister Delneri e la tifoseria ha cominciato a storcere il naso augurandosi la mancata riconferma dell’esterno offensivo.
La Juventus continua a mettere in mostra un calcio tutt’altro che spettacolare e troppi uomini a centrocampo sembrano non essere degni di un’altra chance all’ombra della Mole. In forte calo le quotazioni di Alberto Aquilani, spesso insicuro in cabina di regia (si parla con insistenza di un avvicendamento con Montolivo) e di Felipe Melo, sempre sull’orlo di una crisi di nervi. Milos Krasic è invece visibilmente scarico dopo un autunno di gloria. L’unico che sembra tirare la carretta e migliorare il proprio trend è il 27enne laziale.
La rinascita, impreziosita dal goal che ha frantumato i sogni Champions di Zarate e compagni, ha riacceso le speranze del popolo bianconero di rientrare in corsa per l’Europa che conta. Dopo la prestazione con i fiocchi contro il Genoa all’Olimpico di Torino, Pepe ha messo la ciliegina anche sulla prestazione fornita contro i biancocelesti. Il diagonale rabbioso e preciso che ha trafitto Muslera ha mandato all’inferno i fan dell’aquila Olimpia, la mascotte portafortuna degli uomini di Edy Reja. Come cantava Riccardo Cocciante la speranza è che Simone Pepe si svegli, stavolta per sempre, a primavera, nella sua versione più talentuosa.
Alessandro Massini Innocenti