Dici Roberto Baggio, parli della storia del calcio italiano. L’ex codino più amato d’Italia ha incontrato nei giorni scorsi il suo amico ed ex compagno di squadra Stefano Borgonovo, con cui, in maglia viola, ha costituito il famoso tandem “B2”. Durante il loro toccante ed emozionato incontro, il Pallone d’Oro 1993 ha definito Borgonovo, in comune anche il passato rossonero, “un eroe moderno”. E non si può dargli certo torto: la determinazione con cui Stefano affronta la malattia, è pari a quella che gli ha permesso, segnando un gol fondamentale in una notte europea di Monaco, di entrare nel cuore dei tifosi del Diavolo.
Roberto Baggio ha voluto parlare anche di Milan, di quello di oggi. E sono solo elogi: “Gli uomini di Allegri meritano lo scudetto per la continuità, ormai nessuno può toglierglielo”. Il Divin Codino, con la maglia rossonera, vinse il suo secondo scudetto in carriera. Era la squadra del ciclo dell’ultimo Capello, con capitan Baresi ormai gloria eterna, il genio Savicevic e l’emergente furia della natura, George Weah. Solo due stagioni, ma intensissime.
Paragonare il Milan di Don Fabio a quello dei tre mediani di rottura del Conte Max è un’operazione complessa. Il tecnico toscano è (quasi) riuscito al primo anno a centrare l’obiettivo, avendo la forza di cambiare idea e spezzando il quinquennio di dominio dei cugini nerazzurri; diverso il discorso per gli “Invincibili” di Capello, figli comunque di un gruppo già vincente. Sabato a Roma potrebbe iniziare la festa per il -2 alla seconda stella e poi si potrà pensare con tranquillità al rientro da protagonisti nei salotti dell’élite europea, griffati Champions. I tifosi si stanno già leccando i baffi.
Alex D’Auria