E’ l’argomento più spinoso e di conseguenza quello più importante per le 20 società di calcio di Serie A. Stiamo parlando, ovviamente, dei diritti Tv per la prossima stagione. Argomento che mette in ballo la bellezza di 200 milioni di euro cioè il 30% del totale dei diritti Tv 2011/2012. La legge Melandri che, due anni fa, ha reintrodotto la vendita collettiva dei diritti tv in base ad un criterio che prevede un 40% da dividere in parti uguali tra le categorie minori e settori giovanili, un 30% in base ai risultati sportivi ottenuti e un altro 30% in virtù dei rispettivi bacini d’ utenza. Per bacino d’ utenza si intende il numero di sostenitori appartenenti ad ogni squadra. E quando si parla di soldi, soprattutto nel calcio, si può perdere la testa. A tutti è nota la presunta scazzottata tra De Laurentiis e Lotito durante la cena alla vigilia della riunione della Lega calcio che avrebbe discusso proprio di questa problematica. Il tutto nacque da opinioni contrastanti sul bacino d’utenza delle proprie squadre.
A parte l’aspetto pugilistico del caso, nella riunione che ci fu nel mese di Aprile le 20 società ebbero a discutere proprio su che tipo di sostenitore dovesse rientrare all’interno del bacino d’utenza. Le “cinque sorelle” (Napoli, Milan, Juve, Roma e Inter) avrebbero voluto includere i soli sostenitori che seguono le gare in Tv. Le 15 società “minori” avrebbero voluto inserire anche i dati rilevati dalla vendita del merchandising e dalla vendita dei biglietti dello stadio. Alla fine le 15 società minori decisero di approvare a maggioranza alcuni parametri che avrebbero permesso l’assegnazione dei così tanti desiderati diritti Tv. In uno di questi si delegava a tre dei maggiori istituti demoscopici (Doxa, Crespi e Sport und Markt) di effettuare rilevamenti statistici per individuare i bacini d’utenza delle venti società di serie A. Questo tipo di decisione fu avversata, duramente, da parte delle “cinque sorelle” che la impugnarono e presentarono ricorso alla Corte di Giustizia Federale del CONI affinché fosse sospesa l’esecuzione e annullata la delibera.
Nella giornata di ieri è arrivata la sentenza da parte della Corte che ha rigettato il ricorso presentato dalle cinque società. A questo punto le società, che votarono a maggioranza, hanno chiesto che sia data immediata esecuzione alla delibera e che le società demoscopiche inizino a compiere il lavoro commissionato,
Le “cinque sorelle” hanno comunicato che questo è solo un primo passaggio e che continueranno la battaglia legale presentando altri ricorsi per cambiare la decisione della corte.
La lotta per la suddivisione dei diritti Tv continuerà ancora a lungo e i bracci di ferro non mancheranno.
Come ci mancano le domeniche dove si giocava tutti insieme e l’unica voce che raccontava le gare proveniva da una radiolina.
Bei tempi di una volta.