Le bellezze di Firenze non si ammirano solo dal cupolone del Brunelleschi, anche dalla curva Fiesole. Il capoluogo toscano oltre ad essere la capitale dell’arte, ieri è stata anche la città del gol: Fiorentina-Udinese (5-2, ndr) è stata animata da sette dipinti in tela. A dare inizio allo show delle marcature è stato il peruviano Vargas. Il giocatore viola arretra quel tanto che basta per far partire un sinistro al volo, piazzando la palla nel sette sul secondo palo di Handonovic. Le mani dei tifosi gigliati non possono fare a meno che rumoreggiare in applausi scroscianti sono. Il sedicesimo sigillo del cileno in campionato è la rifinitura più spettacolare della sua carriera, ha calciato di potenza e di precisione, per un attimo sembrava aver rivisto il grande Van Basten.
La replica friulana non si è fatta attendere, la prodezza del numero 6 viola non poteva rimanere isolata. A regalare un altro momento di calcio ai palati più sofisticati ci pensa Giampiero Pinzi: con una semirovesciata trasforma un palla vagante in un’altra opera d’arte. Allo score si aggiunge Gaetano D’Agostino. Con la sua doppietta tradisce la regola del galateo calcistico che vuole il mancato festeggiamento contro la proprio ex squadra. In settimana, infatti, il centrocampista viola era stato chiaro: “se segno esulto, non sono ipocrita”.
Continua il buon momento per Alessio Cerci, quattro reti in due gare. Dal suo piede parte il cross che viene capitalizzato “magnificamente” da Vargas, mentre con il suo sinistro calcia, prima un delicato pallonetto a scavalcare e poi un rasoterra di prima intenzione nel cuore dell’area friulana per la sua seconda doppietta consecutiva in A. Il ventiquattrenne di Velletri. con le sue ultime prestazione sta ripagando sia la fiducia di Sinisa Mijaholivic, che lo ha voluto fortemente in sede di calciomercato estivo, e sia il calore della tifoseria gigliata.
La formazione del tecnico serbo in questi due ultimi mesi ha assimilato la sua mentalità di gioco e sembra aver trovato continuità sotto il profilo dei risultati. Non aver avuto a disposizione Jovetic ed il miglior Mutu restano gli alibi per non aver raggiunto “l’Europa dei desideri”, ma dopo le difficoltà iniziale tra la città e la squadra è tornato il cielo sereno. L’obiettivo si è ridimensionato all’ottavo posto in classifica, utile per guadagnare il titolo di testa di serie alla prossima Tim Cup. Si è passati dalla Coppa Campioni alla Coppa Italia: strano ma vero!
Alessandro D’Auria