Nella festa dei lavoratori il Milan fa l’operaio e mette in cassa una vittoria fondamentale visti i risultati di ieri. I 74mila spettatori di San Siro ci credono e riempiono lo stadio già dalle prime ore della giornata, una dimostrazione di fiducia esorbitante. Allegri schiera il Milan versione Brescia, confermando davanti il duo Cassano–Robinho, con alle loro spalle Boateng. L’uomo decisivo si dimostra Flamini, proprio quello che non t’aspetti.
La partita parte subito in discesa per il Milan, che già all’8′ mette la freccia sfruttando un’accelerazione di Flamini, che davanti a Viviano si fa trovare pronto sulla ribattuta e mette a segno il secondo gol stagionale. Il Bologna non affonda, Di Vaio e Meggiorini vengono contenuti da un sontuoso Thiago Silva e gli esterni salgono in cattedra: Zambrotta arranca, Abate lavora anche per lui. Cassano ha la chance del raddoppio ma si fa murare il tiro da Viviano, Portanova salva sulla linea.
La ripresa parte con l’obbiettivo di trovare il secondo gol per mettere al sicuro il risultato e scacciare le paure di un colpaccio bolognese. Ma la beffa è dietro l’angolo e i romagnoli incominciano a sperarci, provandoci dalle palle inattive: prima Gimenez e poi Della Rocca fanno vivere un brivido ai tifosi rossoneri, Abbiati impietrito sulla linea della porta. Nel finale c’è spazio per Pirlo e per l’esordio in Serie A di Beretta: il giovane bomber si ritrova la palla del 2-0 nel piedi ma la calcia addosso a Viviano. Della Rocca si fa cacciare e con lui si spengono i sogni del Bologna, adesso più in crisi che mai.
Allegri qualche mese fa poneva a 80 punti l’asticella per lo scudetto. Con 78 punti, ne basta uno per sventolare il bandierone con un numero, quel numero sulle spalle di Marek Jankulovski, quel 18 che da 7 anni stiamo pazientemente aspettando.