A 33 Luis Andrè Pina Cabral Villas Boas è stata una delle rivelazioni più belle di quest’anno calcistico. Occhi azzurri, madre inglese e sangue nobile (il nonno era un visconte, il bisnonno un barone) ha condotto il Porto alla vittoria già al suo primo incarico come allenatore per la squadra portoghese. Alla sua età ci sono ancora giocatori in piena attività, ma lui non ha mai pensato di intraprendere la carriera di calciatore. Da sempre amante dello sport, a 17 anni si stava per iscrivere alla facoltà di educazione fisica, ma Bobby Robson, allora allenatore del Porto, permise al ragazzino di Oporto di intraprendere delle strade che poi gli avranno cambiato la vita. Colpì subito del ragazzo la grande capacità di rapportarsi con gli altri e le spiccate qualità nella ricerca dei talenti. Grazie a piccole raccomandazioni, riuscì a partecipare all’esame di abilitazione WEFA C (solitamente riservato ai maggiorenni), al quale poi seguì il patentino B e quello A nel 2003. Dopo 18 mesi passati nelle isole Vergini britanniche come commissario tecnico e un incarico all’Academica Coimbra, ritornò al Porto dove, dopo un periodo di incarico come allenatore dell’under-19, iniziò la collaborazione con Josè Mourinho. Villas Boas divenne l’assistente tecnico incaricato di compilare i rapporti sulle squadre avversarie, impiego che con lo “special one” continuò anche al Chelsea e all’Inter. Da questa stagione finalmente è al Porto come allenatore della prima squadra, per una scelta personale del presidente Pinto da Costa. Una fiducia ripagata fin da subito con la vittoria della Supercoppa portoghese e poi con la vittoria del campionato con cinque giornate d’anticipo, creando un distacco incolmabile sul Benfica, principale inseguitrice. Incentra il suo lavoro su molte corse lungo il campo, alcuni esercizi fisici e poi tanta, tanta palla. Lo schema preferito è il 4-3-3 ma in relazione agli avversari sa adattare la sua squadra anche al 4-4-2 e raramente anche al 3-5-2. Le sue numerosissime spasimanti, però, dovranno rassegnarsi perché Andrè è sposato con Joana, con cui ha già 2 figlie: Carolina e Benedita. Come ripiego potranno comunque consolarsi vedendo il suo Porto, bello e vincente. Sapunaru a destra e Alvaro Pereira a sinistra devono dominare sulla fasce, permettendo a Falcao e Hulk di creare pericoli e a Belluschi di inserirsi fra le linee. Attenzione Mou, sotto la tua guida può essere nato un nuovo “SPECIAL ONE”!